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CIVITAVECCHIA – «Il nostro sistema ha dimostrato nel tempo di essere resiliente e di essere reattivo, di fare poca economia di scala ma di fare grandi sperimentazioni. Noi abbiamo sistemi portuali che sono eccellenze a livello europeo, abbiamo la difficoltà di far sì che sperimentazioni che avvengono nei singoli scali diventino situazioni di normalità per l’intero sistema Paese. Abbiamo bisogno di norme che ci consentano di fare in modo che le cose che funzionano possano diventare la normalità e non possono essere relegate a singole realtà, abbiamo anche la necessità di avere sempre più una sincronia tra i vari Ministeri sul sistema del lavoro portuale, della cantieristica dell’industria portuale che è molto complesso per la legislazione italiana».
Lo ha dichiarato il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, nel corso del convegno “1994-2024: 30 anni insieme nei porti. Le Autorità di sistema portuali e il comando generale delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera a 30 anni dalla legge di riforma portuale”, con la quale furono istituite le Autorità portuali (oggi Autorità di Sistema portuale) nei principali scali nazionali, e venne costituito il Comando Generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera. Il convegno si è svolto presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, organizzato dal Comando generale delle Capitanerie di porto e Assoporti.
L’incontro si è sviluppato attraverso due panel tematici: il primo incentrato sull'istituzione delle Autorità Portuali, con la presenza del Presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, e il secondo con la presenza del Comandante generale della Guardia Costiera, Ammiraglio Nicola Carlone, per raccontare il percorso che ha portato alla trasformazione dall'Ispettorato generale al Comando generale delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera e che ha visto, nello stesso anno, l’istituzione del Centro di Coordinamento del soccorso marittimo – IMRCC. In platea erano presenti numerose Autorità e diversi rappresentanti del cluster marittimo nonché i presidenti delle Autorità di Sistema portuale e i Comandanti regionali delle 15 direzioni marittime della Guardia Costiera.
In apertura i saluti del presidente della Camera dei Deputati On. Lorenzo Fontana, che ha voluto sottolineare la strategicità del settore: «La portualità nel nostro Paese ha sempre assunto un ruolo di rilevanza a livello geopolitico ed economico. Il trasporto marittimo attrae una quota variabile tra l’80% e il 90% dell’intero commercio mondiale, in termini di volume, e del 70% in termini di valore».
«Oggi festeggiamo un anniversario importante - ha spiegato Giampieri - da 30 anni le Autorità portuali e il Comando Generale delle Capitanerie di Porto lavorano insieme per lo sviluppo dei principali porti italiani. Il mondo è in continua trasformazione e la portualità moderna si trasforma di conseguenza. Come Autorità di Sistema Portuale, stiamo lavorando molto anche in considerazione dei fondi a disposizione dal PNRR e del fondo complementare per rendere i porti ancora più innovativi e sostenibili. La filiera marittima e portuale funziona grazie a tutti gli stakeholder del settore, fatto di persone che operano in porto in collaborazione con un’organizzazione certa che ha sempre garantito il suo funzionamento».
Ad intervenire nel corso del convegno anche il presidente di MedPorts e dell’Adsp del Mar Tirreno centro settentrionale Pino Musolino. «Tra necessità di riforma, eccellenze già esistenti e un confronto con le realtà del resto del Mediterraneo, grazie al mio ruolo di presidente di Medports Association - ha spiegato Musolino - abbiamo tracciato un quadro complesso ma sfidante, assieme a Zeno D'Agostino e a tanti altri stakeholders fondamentali del nostro mondo portuale. Nell’età dell’incertezza, abbiamo la certezza che i porti italiani ci sono e ci saranno. Oggi celebriamo una legge figlia dei suoi tempi. Se dobbiamo intervenire, dobbiamo farlo con una prospettiva su quello che vogliamo ottenere in un mondo dinamico» senza dimenticare, come ha avuto modo di spiegare, il ruolo fondamentale dell’Italia nel Mediterraneo e in Europa, «con la nostra posizione strategica e baricentrica».
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