Sono momenti di attesa per capire cosa accadrà nella questione PalaGalli. Che sarebbe stata un’altra estate bollente lo si era capito fin da subito e sarebbe stato inutile giocarsi anche i classici “due centesimi”, tanto era bassa la quota. Questo perché, ormai, anche gli inverni sono caldi per quel che concerne la questione impiantistica dello Stadio del Nuoto e la pausa nella tarda primavera, seppur con qualche colpetto qua e là, era stata motivata semplicemente dalla concomitanza con le elezioni amministrative, che hanno ridisegnato il quadro politico cittadino, con la vittoria della coalizione vicina a Marco Piendibene. Ora la palla, decisamente infuocata, passa al Comune, che si trova nelle condizioni di dover ottemperare alle richieste, che arriveranno, per risolvere le questioni pendenti che hanno portato alla chiusura. Un altro aspetto da non tralasciare riguarda il futuro, perché per Palazzo del Pincio sarà un’autentica impresa riuscire a riavvicinare le varie società locali, a causa della rottura di collisione in seguito alla chiusura, con i rapporti che erano già ai ferri corti da diverso tempo. Anche i social network, in queste ore, sono diventati una polveriera, con le discussioni accesissime tra le due fazioni, dividendosi tra “giustizialisti” e “garantisti”. Ovviamente la Procura della Repubblica, l’Asl Roma 4 e la Capitaneria di Porto hanno avuto i loro validi motivi per decidere di mettere il lucchetto all’impianto di viale Lazio, ma, molto probabilmente, se si è giunto a questo punto, una parte del contendere riguarda il fortissimo astio tra le società locali che gestiscono o collaborano alla gestione del PalaGalli, ovvero Nc, Coser e Centumcellae, con la Nautilus, a cui si aggiunge il Comune, al quale la società di pallanuoto femminile ha presentato una relazione nella quale si parlava dei problemi che riguardano la struttura, ma che non sarebbe stata presa in esame dall’amministrazione Tedesco. La questione si è ulteriormente infervorata dopo l’interruzione degli allenamenti del club verdeazzurro in seguito agli spazi acqua non pagati, con la società di pallanuoto femminile che aveva fatto sentire fortemente la sua voce, spiegando i motivi per cui le cose al PalaGalli non vanno e poi passando all’azione, con un esposto presentato alla Procura della Repubblica lo scorso marzo, tramite anche l’intervento dell’avvocato Lorenzo Mereu. Fare un recap di tutto quello che è accaduto in questi ultimi tempi riguardo la telenovela PalaGalli, che non ha niente da invidiare a quelle venezuelane, tanto per citare un virale video di Cristiano Malgioglio, è davvero un’impresa al pari di quello che dovrà svolgere il Comune per riuscire a collocare in una stanza tutti i protagonisti del mondo natatorio cittadino, ma sicuramente anche i sassi conoscono le tematiche che hanno intorpidito le acque dello Stadio del Nuoto. Intanto, dalle parti di Palazzo del Pincio, l’amministrazione comunale si sta muovendo, come giusto che sia, per accelerare i tempi per la riapertura della struttura, con il delegato allo Sport, Patrizio Pacifico, e l'assessore ai Lavori Pubblici, Patrizio Scilipoti, che attendono lumi dalla Procura riguardo le prescrizioni. Va specificato che la chiusura di impianto dedicato agli sport acquatici ha una valenza decisamente diversa rispetto a quello che riguarda altre discipline, visto che ha bisogno di interventi quotidiani per mantenere viva l’attività ed evitare che accadono cose come quelle che, purtroppo, si sono verificate. Dal punto di vista squisitamente sportivo, la chiusura non ha grossissime ripercussioni, ovviamente tenendo conto solo del mese di agosto, se si esclude il settore agonistico della Coser, con i ragazzi allenati da Fabio De Santis che sono costretti a trasferte a Roma ogni giorno per poter preparare al meglio gli Italiani estivi, che si svolgeranno appena terminate le Olimpiadi. Ovviamente questo scenario ha causato il malcontento della società gialloblu, che abbiamo già evidenziato nei giorni scorsi proprio con le parole di coach De Santis. Quindi, come accaduto tante volte, non si riesce a capire dove sia la verità (che come spesso accade potrebbe stare nel mezzo) e di chi siano le colpe che hanno portato alla chiusura del PalaGalli. Da una parte, fronte Nautilus, molto probabilmente hanno inciso i rapporti non proprio idilliaci con Nc e Comune, diventati ancora più aspri dopo la “cacciata” dall’impianto, così come affermato più volte dai vertici verdeazzurri. Dall’altra, c’è un discorso più ampio. È sicuramente vero che le difficoltà di questi anni hanno reso ancora più difficile portare avanti le attività dello Stadio del Nuoto, per il quale ci sono relazioni che lo giudicano “anti-economico”. Ma si può anche affermare che le criticità espresse dalla Nautilus erano note, ben prima dell’esposto in Procura, per cui c’era anche la contezza che prima o poi poteva accadere qualcosa di clamoroso. Evidentemente Nc e Comune, inteso ovviamente come amministrazione Tedesco, avrebbero dovuto accelerare i tempi previsti per gli interventi da fare, onde evitare che si potesse giungere ad un epilogo di questo tipo. Città Metropolitana ha messo a disposizione un milione e 200mila euro, tramite i fondi del Pnrr, ma più volte si è parlato di ritardi nell’arrivo della somma. Fatto sta che alla fine i lucchetti sono arrivati prima degli interventi. Ora non resta che tirare una riga su quello che è stato fatto finora e ragionare in ottica molto futura su quello che sarà il PalaGalli e su cosa potranno fare le società sportive natatorie.

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