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CIVITAVECCHIA – «Un viaggio tra stereotipi di genere e manipolazione affettiva... uno spettacolo che ha visto il pubblico di Civitavecchia coinvolto e partecipe, un successo».
Così Civitavecchia live commenta il successo della serata al Traiano con Roberta Bruzzone, criminologa, psicologa forense e opinionista che, con ironia tagliente, ha guidato gli spettatori in una presa di coscienza su stereotipi di genere, patriarcato e femminicidi. Con il suo “Favole da incubo” Bruzzone sa far riflettere, sa analizzare tutti quei fenomeni e comportamenti che si innescano andando a creare le relazioni dipendenti.
Un momento di debolezza, qualche segnale ignorato e ci si trova intrappolati in una rete di bugie e dopamina. Un viaggio nei comportamenti di manipolatori e narcisisti e su una cultura che rende in qualche modo complici. Una “lezione” per comprendere i pericoli delle relazioni vissute come dipendenza, come una droga da cui non ci si può e vuole staccare, sulle tremende ed estreme conseguenze come nei casi di Roberta Ragusa, 45enne uccisa dal marito Antonio Logli, condannato per omicidio e distruzione di cadavere. O della morte di Arianna Flagiello, 32enne, che si uccise lanciandosi nel vuoto dal quarto piano dopo anni di vessazioni.
Non è mai stato chiarito se fu lei a gettarsi o se fu il compagno, Mario Perrotta, a spingerla ma per Bruzzone «ormai non è più importante», perché Perrotta è stato condannato a 19 anni, ritenuto responsabile di maltrattamenti aggravati da morte come istigazione al suicidio e tentata estorsione. Favole da incubo vuole favorire una presa di coscienza di quella cultura che ancora, dentro di noi, ci spinge a fare distinzioni di genere nella vita di ogni giorno.
«Anche voi da oggi - ha concluso - siete parte di questa battaglia, una sorta di vaccinazione senza reazioni avverse».
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