CIVITAVECCHIA – Chi pensava di assistere "soltanto” alla già interessante tappa in Cattedrale del percorso “Le sette chiese. L’arte nella casa del Signore” guidato da Roberta Galletta, coadiuvata da monsignor Cono Firringa, è stato piacevolmente sorpreso ieri sera nello scoprire, all’interno della Cattedrale stessa, una parte ancora nascosta e, come spiega Galletta, «speriamo presto inaugurata».

Si tratta del nascente museo della Curia Vescovile, dove «sono state recuperate ed esposte, dopo sapienti restauri - ha spiegato - anche molte testimonianze artistiche e religiose salvate dopo la distruzione della Chiesa di Santa Maria. Tra queste una immagine inedita di Santa Fermina risalente al XVIII secolo e che si trova dietro la parte centrale del trittico "Assunzione della Vergine" datata XV secolo, probabile prima metà, di scuola umbra con evidenti influssi del Pinturicchio. Il trittico, che raffigura a sinistra Maria Maddalena e San Giovanni, al centro la Vergine Maria Assunta e a destra San Domenico con Santa Caterina e dipinto a tempera su tavola con fondo oro, si trovava sull'altare Maggiore della Chiesa Matrice di Santa Maria ed è arrivato miracolosamente fino al nostro Tempo dopo la furia devastatrice dei bombardamenti del 1943-44 e della seguente ricostruzione che distrussero la chiesa più antica di Civitavecchia».

Oggi si trova appunto diviso in tre tavole, protetto da teche di vetro nel nascente museo della Curia Vescovile. Ieri sera, mentre Galletta spiegata al storia e l’arte della Cattedrale insieme a monsignor Cono, era ansiosa di mostrare al pubblico questo angolo nascosto e ricco di storia. «Confesso quindi che ho un po' accelerato sulla storia della chiesa e quando siamo entrati nella galleria dove si trovano tutte queste preziose e antiche testimonianze della chiesa di Santa Maria – ha sottolineato Galletta – le ho presentate con grande emozione. Tutti sono rimasti molto colpiti dalla bellezza di questa parte della Cattedrale. Però il trittico li ha davvero incantati, ancor di più l'inedita immagine di Santa Fermina». Ha ricordato quindi come è nata questa scoperta. «Il 28 aprile del 2021 sono andata da Don Cono a chiedere di poter assistere alla messa in onore della nostra patrona all'interno della Fortezza Giulia, viste le ristrettezze dovute alla pandemia – ha spiegato – è stato in quella occasione che Don Cono, accogliendomi nel suo ufficio che si trova proprio a ridosso di quella galleria, mi presentò il trittico in tutta la sua bellezza, mostrandomi il retro della tavola centrale con l'immagine inedita di Santa Fermina. Lasciandomi senza parole. Il 28 aprile, durante la festa di Santa Fermina, ho scoperto la sua immagine inedita. Le coincidenze non esistono. Le epifanie si».

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