PHOTO
CIVITAVECCHIA – C’è stata anche una Civitavecchia medievale, che ha visto il passaggio dei Templari e che oggi, con un’attenta operazione di recupero e valorizzazione, può diventare una nuova occasione di sviluppo turistico. È questa la strada che intende percorrere l’amministrazione comunale, forte dello studio svolto - nell’ambito del Prusst, a seguito dell’accordo di collaborazione del 2018 - dalle professoresse Francesca Romana Stasolla e Federica Vacatello del Dipartimento di scienze dell’antichità dell’Università La Sapienza di Roma sul campanile di San Giulio e Sant’Egidio. Un grande lavoro presentato oggi, alla presenza anche dell’architetto Francesco Correnti, direttore dell’Ufficio Consortile, e della delegata al patrimonio archeologico e monumentale Roberta Galletta. «Se c’è un campanile – ha spiegato la professoressa Stasolla – di sicuro abbiamo un edificio di culto annesso: questa struttura, presente in area privata, è una “spia” per leggere il territorio nella sua unicità. Civitavecchia ha una storia che poche città possono raccontare». Lo studio, illustrato dalla professoressa Vacatello, ha analizzato il manufatto ed il contesto, anche attraverso l’utilizzo di droni, analizzandone lo stato di conservazione ed il potenziale archeologico, creando un modello tridimensionale per studi futuri. «Di sicuro è annesso ad un edificio di culto – ha aggiunto – e si trovava su una viabilità a lunga percorrenza, che dalla costa portava nell’entroterra, in un’area ricca di testimonianze storiche».


È stato quindi l’architetto Correnti, che già nel 1971 parlò del campanile (nella foto di Enzo Valentini) nel corso del convegno “Civitavecchia da salvare”, organizzato da Comune, Sovrintendenze e Azienda autonoma di soggiorno e turismo, a fare appello all’unità e alla sinergia per recuperare e valorizzare questo campanile, che apre interessanti prospettive per Civitavecchia. «Se parliamo di campanile parliamo di una chiesa – ha ribadito Galletta – e quindi andrebbe riportata alla luce. Il prossimo passo sarà l’organizzazione di un grande convegno per illustrare a tutti le potenzialità del nostro territorio». Lo ha ribadito infatti il vicesindaco Stefania Tinti: «L’obiettivo è portare avanti una ricostruzione più completa e reale possibile della storia del nostro territorio, per una sua valorizzazione anche dal punto di vista turistico». Ed il campanile, in questo senso, potrebbe giocare un ruolo di rilievo. D’altronde documenti medievali e nuove ricerche hanno consentito di confermare l’interesse dell’unico monumento medievale ancora esistente a Civitavecchia che ha legami con altre opere di grande interesse per l’intera Tuscia come il castello dell’Abadia a Vulci, la cattedrale della Civita di Bagnoregio e tanti altri eccezionali monumenti di arte e di storia ma anche con luoghi lontani come il maniero del Catajo nei pressi di Padova. La vicenda di Papa Innocenzo IV, il genovese Fieschi, aumenta l’interesse per il monumento e per le sue vicende, testimoniate da resti archeologici tutti da valorizzare che vedono la presenza prima dei Cavalieri del Tempio di Gerusalemme e poi dei Cavalieri di Malta, che come sappiamo si sono fermati per alcuni anni a Civitavecchia, lasciando tra l’altro opere come la chiesa di San Paolo e il primo nucleo degli antichi ospedali. Tutti motivi di forte interesse turistico e non solo.