Pagina di informazione sull’attività del Consorzio di gestione dell’Osservatorio ambientale

CIVITAVECCHIA – «Lo stato della qualità dell’aria al 31 agosto 2023 dell’area sorvegliata dall’Osservatorio per tutti i parametri monitorati è al di sotto dei limiti fissati dalla normativa in maniera significativa, sia in termini di media sulla base temporale definita per legge che sul numero dei superamenti del valore giornaliero o orario». Lo dice il responsabile tecnico-scientifico del Consorzio per la Gestione dell’Osservatorio Ambientale che, dati alla mano, analizza la situazione attuale e traccia una road map del prossimo futuro. I rari casi di superamento della concentrazione del limite, indicati nel grafico in fondo alla pagina, sono riconducibili ad episodi circoscritti dove attività accidentali, ad esempio un piccolo incendio a San Gordiano, e lavorative (aratura dei campi nell’area di Sant’Agostino). Di tutto questo è stata tempestivamente data informazione - insieme all’Arpa Lazio - in aggiunta ai dati giornalieri che vengono forniti ai sindaci che fanno parte del Consorzio.

«Alla luce dei dati raccolti - spiega Rotatori - dal 2020 ad oggi possiamo dire che la situazione è in miglioramento anche se vanno considerati diversi fattori come ad esempio quello meteorologico che gioca un ruolo importante sull’inquinamento. Inoltre va fatto presente che le due centrali presenti nell’area di Civitavecchia (Tvn e Tvs, ndr) hanno esercito in forma molto ridotta rispetto alla loro capacità produttiva. A seguito della maggior produzione di energia da fonti rinnovabili è lecito pensare che questa andrà sempre più diminuendo. Come sappiamo l’Aia per la centrale Enel prevede che cesserà l’alimentazione a carbone al 31-12-2025. Non risulta che sia stata richiesta la riconversione della centrale ad altro combustibile». Un cauto ottimismo da parte di Rotatori anche se, certamente, la guardia deve rimanere necessariamente alta soprattutto alla luce delle criticità che insistono sul territorio di Civitavecchia e comprensorio anche perché, come sottolineato dal responsabile tecnico scientifico, la vicinanza al mare e le brezze quasi costanti facilitano lo “spazzamento”, per dirla in modo poco scientifico, degli inquinanti monitorati dalle centraline che attualmente sono NO2 e Pm10. Un monitoraggio costante e puntuale è quindi fondamentale ai fini del lavoro dell’Osservatorio ambientale, proprio per questo si sta procedendo con la riattivazione di due centraline. La prima è quella di Tarquinia.

«A seguito - spiega Rotatori - di diversi sopralluoghi è stata identificata la zona dove verrà posizionata la centralina, con l’ausilio di Arpa Lazio che gestisce la rete di qualità dell’aria, è stato optato per il sito in località Pisciarello. Adesso dobbiamo espletare alcune formalità amministrative per concretizzare la realizzazione». La seconda è quella di Santa Marinella. Verrà riattivata la centralina in piazza Carlo Garbieri, che era stata messa fuori esercizio nel 2009. «Ciò - prosegue Rotatori - si rende necessario in quanto l’attuale di via Perseo risente della vicinanza del depuratore Acea e dell’isola ecologica che non consentono l’implementazione per la misura del PM10 per le interferenze degli impianti. L’analizzatore per il PM10 verrà contestualmente avviata con la ripartenza della centralina di piazza Garbieri». Ma c’è molto altro nella lista delle cose da fare. Nel mese di ottobre verrà attivata la divulgazione dei dati di qualità dell’aria anche a mezzo degli organi di stampa, nonché sui pannelli informativi stradali. Rotatori ricorda che l’Arpa Lazio «fornisce i dati rilevati e validati il giorno dopo l’acquisizione e dal venerdì si passa direttamente al lunedì. Stiamo lavorando affinché sia graficamente comprensibile e intuibile quale sia stato lo stato di qualità dell’aria. L’osservatorio elabora ulteriormente i dati provenienti da Arpa Lazio, trasformandoli in un indice sintetico di qualità dell’aria. I pannelli saranno installati 1 per comune e 3 a Civitavecchia». «È mia intenzione proporre ai sindaci - dice Rotatori - una rimodulazione della rete sia per quanto riguarda il numero delle postazioni, la loro localizzazione e l’implementazione di alcuni parametri ad esempio i precursori dell’ozono (Composti Organici Volatili) per la postazione di Allumiere che negli ultimi anni è stato l’unico parametro degno di nota. Questo permetterà di valutare se il fenomeno fotochimico sia riconducibile ad attività antropogenica o naturale. Inoltre - continua il Responsabile tecnico scientifico dell’Osservatorio - proporrò uno studio per mappare l’area con nuovi dispositivi che il mercato mette a disposizione. Le centraline convenzionali sono particolarmente limitate nella loro capacità di individuare la fonte dei problemi in ambienti urbani. Questo consente di identificare gli “hotspot”, ovvero sacche di maggiore inquinamento, all’interno di un “isolato” del comune. Questo, nel caso vi sia la necessità, consentirà di circoscrivere le sorgenti dell’inquinamento». Con costi relativamente contenuti si potrebbe andare ad installare dai 50 ai 100 dispositivi in grado di offrire una mappatura delle criticità del territorio. «Inoltre - conclude Rotatori - rimanendo in tema di qualità dell’aria proporrò uno studio sugli odori. IL D.D. MinAmbiente 28 giugno 2023, 309 “Autorizzazione alle emissioni in atmosfera - Indirizzi per l'applicazione dell'articolo 272-bis del Dlgs 152/2006 in materia di emissioni odorigene di impianti e attività” disciplina come valutare, controllare e monitorare gli impianti. A breve entrerà in funzione il biodigestore per i rifiuti in zona “La Scaglia”. Pertanto l’Osservatorio intende proporre sul tema una doppia attività sia di monitoraggio che di attivazione della sorveglianza con nuove tecnologie informatiche che coinvolgono tutta la popolazione».

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