La scorsa settimana il Diario era tornato parlando della cena sulla vicenda Enel promossa dal Vescovo ed alla quale avevano partecipato, tra gli altri, il sindaco Marco Piendibene ed il consigliere comunale di minoranza, ed ex candidato sindaco, Paolo Poletti. Una cena che sarebbe avvenuta a completa insaputa di gran parte della maggioranza che sostiene il primo cittadino.

Il bis, stavolta con una riunione in Regione, per parlare della nuova discarica di Civitavecchia, oggetto dell’istanza presentata dalla Mad, già proprietaria del sito, esaurito da tempo, di Fosso Crepacuore.

Sul fatto che Piendibene sia andato dall’assessore regionale al ciclo dei rifiuti a parlare della domanda che la stessa Mad a quanto pare avrebbe già illustrato a palazzo del Pincio, non c’è nulla di strano. Le stranezze, sotto l’aspetto politico, cominciano a palesarsi quando si scopre che la riunione era all’insaputa dell’assessore all’Ambiente, il rossoverde Stefano Giannini, e soprattutto che insieme a Piendibene ci sarebbe stato anche un ex assessore della giunta Tedesco.

Secondo i rumor di palazzo, Piendibene avrebbe prima provato a negare l’incontro, poi avrebbe minimizzato dicendo che la riunione non riguardava la discarica ma il tpl (Fabrizio Ghera è titolare di entrambe le deleghe assessorili regionali), ma dopo diversi giorni dall’uscita della notizia non è arrivata alle redazioni nessuna smentita e soprattutto nessuna spiegazione della presenza - anziché di Giannini - dell’ex assessore di Tedesco, il cui nome è diventato come il segreto di Pulcinella: secondo Radio Pincio si tratterebbe del leghista Dimitri Vitali.

Che cosa si siano detti non è ancora del tutto chiaro, ma certamente Piendibene non è andato a fare le barricate contro l’istanza già depositata per il nuovo invaso. Sul quale invece proprio Giannini ha ribadito via social la totale contrarietà di Avs, a cui già si era associato in precedenza il M5S, che 10 anni fa proprio a Fosso Crepacuore determinò quanto poi avvenuto con i rifiuti di Roma: dicendo no all’impianto di selezione e trattamento Manuedda e Cozzolino costrinsero il comune di Civitavecchia a conferire a Viterbo, lasciando la discarica della Mad semivuota e a completa disposizione di Raggi e Zingaretti per portare a Civitavecchia i rifiuti di Roma. Ora il film si ripete: il progetto Mad prevede anche l’impianto di trattamento e questo avrebbe un senso per chiudere qui il ciclo dei rifiuti con l’indifferenziata di Civitavecchia e del comprensorio. Accettare invece solo l’ampliamento della discarica significherebbe continuare a conferire a Viterbo, finché sarà possibile, e lasciare nuovamente campo libero alla “monnezza” di Roma. E questo anche grazie al fatto di aver obbedito all’ordine di Gualtieri di revocare subito l’adesione alla nuova Provincia Porta d’Italia, rimanendo in Città Metropolitana e continuando quindi ad accettare l’invio - sul territorio dell’Ato provinciale di Roma - dei rifiuti della Capitale. Il tutto dando nel frattempo il via libera al puzzolentissimo impianto aerobico di compostaggio per l’umido, dopo aver fatto fuoco e fiamme contro il biodigestore (che è anaerobico e quindi molto meno impattante dal punto di vista dei miasmi) rischiando anche di esporre il Comune a un maxi risarcimento in caso di sconfitta anche al Consiglio di Stato, e senza offrire alcuna prospettiva di lavoro a Csp che invece sulla discarica e sugli eventuali nuovi impianti avrebbe potuto e anzi, dovuto, avere un ruolo diretto importante per il futuro stesso della società e dei suoi 400 lavoratori.

Certo è che i nodi per il sindaco Piendibene, ostaggio della ammucchiata politico-elettorale che gli ha consentito di vincere il ballottaggio, ribaltando l’esito schiacciante del primo turno, stanno venendo al pettine a distanza di nemmeno un anno.

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