La pandemia è ormai un ricordo e le attività dell’istituto Paolo Savi tornano alla normalità. Soprattutto per quanto riguarda le partenze Erasmus: finalmente, addio alle mobilità virtuali, passate al computer in collegamento Meet, e bentornati alle mobilità in presenza, che sono sempre più coinvolgenti e dinamiche, e particolarmente sentite da ragazzi, che si sono chiusi in casa per quasi due anni. Il nuovo progetto del Paolo Savi, dedicato all’inclusione e alla diversità, è in tandem con quattro paesi partners: Francia, Spagna, Slovenia e Romania. Due le tappe di quest’anno: la Romania, rappresentata la prestigiososa Colegiul National “Gheorghe Lazar” di Bucarest, e la Spagna, con i due partner di Alicante, lo Ies Lloixa de Sant Joan d'Alacant e il Centro público de Educación Especial "El Somni". L’esperienza, stavolta, ha portato gli studenti e le studentesse del Savi a conoscere due realtà veramente speciali: la scuola rumena, infatti, si è dimostrata di una accoglienza straordinaria, veramente calorosa e familiare, che ha fatto sentire tutti, docenti e alunni, più a casa che all’estero; la scuola El Somni, invece, centro educativo speciale per alunni con bisogni particolari, non si può nemmeno definire scuola, perché è più una grande, meravigliosa famiglia, da cui è difficilissimo staccarsi, una volta che se ne fa parte, anche se per una sola settimana. «Una vera esperienza didattica e umana- ha sottolineato la dirigente del Savi, professoressa Paola Bugiotti - che va oltre la scuola: è stupendo vedere i ragazzi rimanere in contatto, anche mesi, anni dopo l’esperienza. Segno che i progetti Erasmus sono tra le attività più toccanti e forti, per i nostri alunni, soprattutto dopo la pandemia. Tornare a guardarsi negli occhi, senza uno schermo, è davvero importante per loro». Ad anno concluso, si può finalmente dire che la scuola è tornata alla normalità, e che anche l’Erasmus riprende a far incontrare i giovani europei.