PHOTO
ENRICO CIANCARINI
CIVITAVECCHIA – Caro Dottor Toti,
al ritorno dalla villeggiatura estiva, sento il bisogno di scriverle una lettera per esternarle alcune mie sensazioni e considerazioni meditate in questi defatiganti giorni di vacanza.
Una volta, quasi ogni mattina ci incontravamo e trascorrevamo un po’ di tempo divertendoci a commentare le novità politiche e culturali della Città, da entrambi amata profondamente. Ora mi trovo costretto ad affidarmi alla scrittura per afferrare un’occasione di confronto con Lei che, l’ho affermato mille volte, considero il mentore nel mio studio della storia cittadina.
In queste settimane sugli online e i social cittadini sono apparsi alcuni articoli che vogliono affrontare, diciamo in modo spigliato, l’affascinante e complessa storia di Civitavecchia. Chi aspira a fare divulgazione storica è sempre meritorio di apprezzamento ma deve avvalorare ciò con il dovuto rispetto verso i suoi lettori dimostrando una seria preparazione e una profonda conoscenza di quanto espone.
Gli articoli apparsi questa estate racchiudono asserzioni sommarie che assomigliano più a chiacchiere da bar buttate lì per iscritto che nuovi ed utili contributi alla conoscenza della millenaria e splendida Storia di Civitavecchia. In essi non ritracciamo alcun riferimento bibliografico o similare, ritenuti da questi storici improvvisati inutili orpelli. Lo potremmo definire un “astoriologo”, una felice denominazione coniata da un grande storico contemporaneo, Emilio Gentile.
Si mischiano vari avvenimenti per piegarli ad una propria “verità” storica che non ha riscontro nei documenti d’archivio o nelle numerose pubblicazioni che costituiscono la fitta biblioteca storica della Città, alimentata sia dalle ricerche di alcuni studiosi locali e sia, per fortuna, dai contributi di studiosi esterni alla piccola realtà culturale della Città. Anche la cronologia è piegata pro domo loro.
Leggendo questi articoli il pensiero è subito corso a quanto in questi anni abbiamo realizzato in oltre un ventennio di feconda collaborazione.
Ricorda quando trovammo quella pubblicazione della Biblioteca Vaticana in cui erano riportate alcune notizie inedite su Gaetano Torraca? Iniziammo allora un’appassionante ricerca che ci portò ad entrare in contatto con più di venti istituzioni ed accademie culturali italiane per realizzare il nostro progetto di scrivere la sua biografia. Mettemmo in luce quale rete di relazioni in Italia e all’estero Torraca avesse coltivato in tanti anni di studio e ricerca. E capimmo e deprecammo quale enorme perdita fu per Civitavecchia la dispersione della sua biblioteca ed archivio.
E lo stesso accadde quando Le proposi di scrivere un bollettino della Società Storica dedicato al marchese Vincenzo Calabrini. Avevo letto il bel saggio L’oro verde. I boschi nello Stato pontificio tra XVIII e XIX secolo del professore Renato Sansa. Comprendemmo quale ruolo avesse rivestito il marchese nella storia di Civitavecchia e in quella dello Stato pontificio. Curiosamente nei loro classici testi di storia cittadina, l’Annovazzi e il Calisse dedicarono poche righe alla sua potente ed influente figura d’imprenditore e di amministratore pubblico, amico personale di papa Leone XII. Fu per noi un ulteriore ed esaltante stimolo alla ricerca.
Ho rammentato questi esempi per ribadire che ogni nostro volume è stato frutto di una lunga e complessa ricerca negli archivi e nelle biblioteche non solo di Civitavecchia ma anche e soprattutto in quelle di Roma e di altre località italiane e qualche volta anche estere.
E da una ricerca se ne sprigionava un’altra. Dal quinto volume della Storia di Civitavecchia germogliò la mia ricerca sulla Massoneria a Civitavecchia e dalla biografia di Vincenzo Calabrini ha origine il recente volume La Marchesa e le zitelle. Donne nella Storia di Civitavecchia.
Nel 2004 Lei, io e la dottoressa Galletta a cui si unirono altri appassionati della storia civitavecchiese, demmo vita alla Società Storica Civitavecchiese, la cui data di nascita ufficiale è il 30 settembre 2004. Il prossimo anno sarà celebrato il ventesimo anniversario.
L’oggetto sociale deciso alla fondazione fu il rinnovamento della storiografia cittadina per troppi decenni cristallizzata alla Storia di Carlo Calisse, certamente opera pregevole ma datata, oggi di grande interesse per i numerosi documenti citati vittime anche loro delle distruzioni e dei vandalismi dovuti ai bombardamenti del 1943/44.
L’attività editoriale partì subito con la stampa del primo bollettino nel 1995 a cui apportarono contributi numerosi studiosi civitavecchiesi. Il terzo volume, nel 2006, fu la prima monografia curata da un solo autore: Carlo De Paolis e la Pesca. Oltre cinquanta autori hanno collaborato e contribuito al successo della nostra iniziativa storiografica.
Il suo ultimo contributo, la rilettura ed edizione del Copialettere della Comunità di Civitavecchia (1770-1799) nel 2021 è stato il trentunesimo bollettino della nostra Associazione. A cui hanno fatto seguito l’Atlante archeologico dei Monti della Tolfa (2022) di Glauco Stracci e CivitaVecchia e Nuova. Passeggiando per la città tra lapidi, stemmi e iscrizioni (2023) di Luigi De Angelis meglio noto come Gigi Veleno.
L’entusiasmo degli inizi, i tanti soci sostenitori, le varie iniziative di divulgazione storica, sono purtroppo un ricordo del passato. Tanti ormai gli ex soci che hanno abbandonato il sodalizio per i più svariati motivi. La Società Storica vive così una crisi esistenziale che trova in me il primo e forse unico responsabile. Varie volte avevo discusso con Lei il mio proposito di lasciare ad altri la direzione dell’associazione per permettere un necessario rinnovamento. Da parte mia, la constatazione di una perdita di stimoli e soprattutto il desiderio di dedicarmi alla ricerca storica, mia grande passione, avendo più tempo libero a disposizione e meno preoccupazioni burocratiche.
Lei è sempre stato contrario a tali riflessioni, paventando la fine della Società, parere condiviso da altri cari ed autorevoli amici ed amiche.
In questi giorni il pensiero di rinchiudermi nel mio studio ad affrontare campi inesplorati di ricerca storica mi ha nuovamente assalito. E mi è tornato in mente il Suo grande sogno: fondere l’Associazione Archeologica Centumcellae, suo giovanile amore, con la Società Storica Civitavecchiese, sua adulta realizzazione.
I tempi potrebbero essere maturi: l’Archeologica ha recentemente eletto suo presidente Carlo Alberto Falzetti, colto ed appassionato cultore degli studi archeologici e storici, figura ideale per porsi come fulcro su cui concretizzare il Suo sogno.
Una delle idee di Falzetti per rilanciare l’Associazione è la costituzione di un comitato scientifico che rilanci la ricerca e la divulgazione storica ed archeologica a Civitavecchia. Una visione che mi trova perfettamente concorde.
La Centumcellae arrecherebbe la secolare storia, la ricca biblioteca e il grande patrimonio di esperienza nella ricerca archeologica, il nome; la Società Storica il Bollettino, ventennale rivista di ricerca storica conosciuta ed apprezzata anche fuori dai confini civitavecchiesi, la marcata propensione dimostrata al mecenatismo culturale.
Vede Dottore, chiacchierando siamo partiti da un articolo spigliato e siamo arrivati al Suo sogno di dare vita ad una grande realtà culturale per Civitavecchia, in cui ricerca e divulgazione si fondono a vantaggio di tutta la Comunità.
Un sogno che spero si realizzi.
Un saluto e a presto.
Il suo allievo.