CIVITAVECCHIA – Domani 29 dicembre la Diocesi di Civitavecchia – Tarquinia apre il suo anno giubilare come in tutte le Chiese particolari nel mondo. Il 18 gennaio prossimo venturo, il vescovo Gianrico Ruzza guiderà il pellegrinaggio delle due diocesi a lui affidate alla Basilica di San Paolo fuori le mura.

Duecento anni fa, durante il Giubileo del 1825 indetto da Leone XII, amico della nostra città, un grande numero di pellegrini mosse da Civitavecchia per attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro.

Lo ricorda monsignor Vincenzo Annovazzi nella sua Storia di Civitavecchia nel paragrafo dedicato alla Confraternita dell’Orazione e Morte: “numeroso drappello di confrati vestiti di sacco alacremente intraprese il devoto pellegrinaggio”. Fra loro lo stesso Annovazzi, vicario generale della Diocesi, il marchese Vincenzo Calabrini, uomo di fiducia del papa nella città portuale, Vincenzo Graziosi, Giacomo De Paolis, Benedetto Guglielmi, Benedetto De Bonis e Bonaventura Petrucci. “Con religioso zelo per l’acquisto delle Indulgenze del santo Giubileo” la Confraternita partì da Civitavecchia il 4 giugno “per recarsi processionalmente in questa dominante, accompagnata per lungo tratto fuori della città da numerosissima moltitudine di quegli abitanti religiosi e fedeli”. Così narra il Diario di Roma, numero 46 dell’anno 1825. Arrivarono a Roma due giorni dopo, accolti dall’omonima Arciconfraternita capitolina. Il 7 visitarono le Basiliche di S. Giovanni in Laterano e di S. Maria Maggiore. Il giorno dopo furono ricevuti dal pontefice che “con benignità li accolse” e li ammise “al bacio del sacro Piede”. Il 9 si misero sulla strada del ritorno.

Non solo i confratelli della Morte si misero in viaggio per Roma ma anche i membri di altre due confraternite civitavecchiesi attraversarono la Porta Santa del Giubileo del 1825. Sul Diario di Roma numero 80, alla data dell’8 ottobre, si legge che 76 membri della Confraternita del Rosario di Civitavecchia, giunti il giorno prima per l’acquisto dell’indulgenza giubilare, parteciparono alla solenne processione in onore di Maria Santissima con partenza e arrivo dalla basilica di Santa Maria sopra Minerva, custodita dai frati domenicani come l’omonima chiesa civitavecchiese dove aveva sede la loro confraternita ormai scomparsa in città.

Nella chiesa di Santa Maria e poi in Cattedrale aveva sede l’altra confraternita scomparsa che partecipò al Giubileo del 1825: quella del Santissimo Nome di Dio, menzionata ancora oggi per il fondo Benci e Gatti che erogava le doti alle zitelle povere di Civitavecchia.

Il 1 ottobre entrarono a Roma da Porta Cavalleggeri: “i confratelli erano 70. Uniformità di recentissimo vestiario, modestia, divozione, erano argomenti dell’ardente zelo con cui intrapreso avevano il divoto pellegrinaggio”. Ad accoglierli i padri domenicani di S. Maria sopra Minerva. Insieme si recarono a San Pietro per ringraziare del buon esito del viaggio ed attraversare la Porta Santa.

Il 1825 fu per la Chiesa di Civitavecchia un anno particolare: Leone XII, stimolato dal vescovo Vincenzo Maria Strambi e dall’amico Vincenzo Calabrini, reintegrò l’antica Diocesi di Civitavecchia, già Centumcellae, unendola alle Chiese di Porto e S. Rufina, nella persona del cardinale Bartolomeo Pacca.

Nel 2025 Civitavecchia celebrerà con le altre chiese particolari il Giubileo indetto da papa Francesco e singolarmente i duecento anni della reintegrazione e restituzione della sede episcopale alla Città in forza della primitiva fondazione della diocesi avvenuta già nel terzo secolo dopo Cristo.