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CIVITAVECCHIA – Prendete una simpatica signora di nobili antenati che ti racconta una bella e commovente storia su un suo congiunto, Alberto, morto giovane in guerra, che ha forse una via dedicata al centro della città. Anche i fascisti, all’epoca, un po’ ci avranno “giobbato” visto che la locale sezione degli Arditi d’Italia era dedicata al giovane e sfortunato sottotenente d’artiglieria. Se si consulta “Civitavecchia. Vedetta imperiale sul mare latino” si può leggere che gli fu dedicata una lapide in piazzale degli Eroi nel 1930 non una via.
Ma tu fai il giornalista ed hai una bella storia da pubblicare. Aggiungi per mettere un po’ di pepe nel racconto che i civitavecchiesi “sbagliano tutti, anche chi non dovrebbe sbagliare” e così ti applaudi nuovo storico della città.
Purtroppo, la simpatica signora non sapeva o non ricordava che quella via già nel 1883 era stata intitolata ad un suo illustre avo: padre Alberto Guglielmotti. E ci sono i giornalisti dell’epoca, Cornelio Manzi e Giovanni Gaddi, a scriverlo, a riportare sul loro “Fiorello” le lettere del sindaco Falleroni che informa il Guglielmotti, il frate, e la sua risposta di ringraziamento.
Da anni gli storici combattono un’invincibile battaglia contro la diffusione della “fake history” che sta insidiando “il sapere storico che è un sapere documentato e verificabile” (Carlo Greppi, storie che non fanno la Storia, 2024).
E se a questi signori fai notare che ci sono documenti storici che affermano il contrario di quanto da loro scritto, questi diventano aggressivi ed offensivi (“comportamento fuori luogo, affermazioni inesatte”). Si trasfigurano nel Marchese del Grillo: “io so io, tu non sei un ….”.
Mai avrei pensato di dover tornare sulla questione di via Guglielmotti ma sono stato tirato in ballo e dovevo ai miei quattro amici e lettori questa risposta.
Pubblico le copie di quelle lettere apparse sul “Fiorello” centoquarantuno anni fa. Sono un documento storico che chiunque può consultare alla Biblioteca Nazionale di Firenze (fanno pure le copie in digitale). Mi scuso della loro qualità ma sono fotocopie di tanti anni fa.
Chiudo consigliando a qualcuno la lettura dei miei libri, sia quelli scritti con Odoardo Toti che quelli a mia firma singola che si trovano nelle case di tutti i Civitavecchiesi che amano la loro città.
Gli farebbe bene.