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CIVITAVECCHIA – «Tiene banco da molto tempo ormai la “questione della Frasca” ed i maggiori esponenti politici locali sembrano aver trovato ancora una volta un “campo di battaglia” dove scontrarsi anziché trovare una soluzione condivisa che porti all’avvio dei lavori di riqualificazione con una certa celerità.
Da cittadini capaci di intendere e di volere (aggiungeremmo non possessori di casette per gli attrezzi da pesca in concessione, è bene precisarlo onde evitare attacchi da “pizzaiolo di turno”) assistere a questo tipo di dibattito su un argomento che ci sta molto a cuore è davvero avvilente. Ci preme partire dall’unico punto fermo in questa vicenda: la Frasca era, è e dovrà essere dei civitavecchiesi e nessun Paperone o magnate di turno dovrà mai pensare di metterci le mani perché appartiene ai civitavecchiesi, la Frasca è di Civitavecchia, la Frasca è Civitavecchia! Premesso questo e detto che la Frasca ha un posto speciale nel cuore dei civitavecchiesi (questa sì che sembra essere l’unica cosa chiara e condivisa da tutti gli attori in campo) ci fa pensare molto l’esternazione di un consigliere regionale che definisce la Frasca una “opportunità”.
Opportunità per chi, ci viene da pensare ? E perché definirla così? È noioso inoltre assistere ai continui attacchi da parte del solito benpensante che dal suo “tappeto rosso “ tuona sempre allo stesso modo nei confronti di chi ormai da anni ha acquisito una concessione a fronte del pagamento della concessione stessa. Perché invece di trovare la soluzione che preservi i diritti di tutti si fa sempre della dietrologia di basso livello? Perché cercare continuamente lo scontro ? La soluzione di tutte le problematiche risiede forse nell’accesso agli atti e nel sapere i nomi dei proprietari delle casette? Crediamo di no e crediamo che il tempo delle pittoresche chiacchiere stia per scadere se non è già scaduto! In merito alle casette, crediamo che demolire quelle esistenti e costruirle in altro luogo snaturandone comunque l’essenza in quanto ciascuna di essere è ormai da considerarsi “site specific” (non ovviamente in senso artistico quanto in rapporto alla funzione che esercita), meglio sarebbe attivare una sorta di manutenzione straordinaria o di rivisitazione estetica e funzionale grazie a un meta progetto che, d’accordo con la Sovrintendenza, le renda compatibili con il nuovo uso dello spazio pubblico del parco e con la presenza dei suoi visitatori.
Si potrebbero uniformare, ad esempio ritinteggiare le pareti esterne e riverniciare gli infissi e le opere metalliche sulla base di un piano di coloro appositamente studiato, inoltre uniformare e regolamentare le coperture, le tettoie e i vari ripari, ottenendo una coerente armonizzazione con il contesto dove ormai da circa 60 anni sono inserite. Apportare modeste modifiche al progetto del parco archeologico non sarebbe la fine del mondo!
Eliminare l’obbligo di demolizione e di ricostruzione in altro sito dei capanni per gli attrezzi da pesca e sostituendolo con l’obbligo di adeguamento (questo sì) ad un piano integrativo di ristrutturazione e di manutenzione straordinaria da elaborare ed approvare in tempi brevissimi, eliminerebbe tutte le cause ostative al decollo del progetto e allo stesso tempo non andrebbe a penalizzare chi (a prescindere da chi esso sia) beneficia di tale concessione da tantissimi anni. Alla Frasca le casette ci sono sempre state, fanno parte dello scenario, le casette sono anch’esse da considerarsi la Frasca perché distruggerle ora?
Casetta sì… casetta no..., a nostro modesto avviso il punto è un altro. Fossimo il Primo Cittadino concentreremmo la dialettica su un piano di eco-mobilità che non ci risulta essere stato affrontato, affronteremmo la problematica in tutto il suo composito aspetto mettendo però il cittadino civitavecchiese al centro del progetto, comprendendo in che modo, a progetto ultimato, la Frasca risulterà fruibile da parte delle famiglie civitavecchiesi. A nostro avviso i civitavecchiesi hanno bisogno di garanzie e di certezze afferenti la gestione della Frasca una volta avvenuta la riqualificazione. Deve essere chiaro che sia il Comune a poter gestire la Frasca e nessun “magnate” venga a padroneggiare e ad impossessarsi nel nostro territorio a partire dalla gestione della viabilitò, delle strutture ricettive dei ristoranti, dei punti di approdo, degli stabilimenti balneari e quant’altro.
Da cittadini vorremmo essere sicuri che sia redatto un protocollo di gestione equo tra gli Enti interessati alla gestione della Frasca, non possiamo correre il rischio di cedere un pezzo troppo importante bdella nostra nostra città, del nostro territorio a chi per meri fini di lucro possa espropriare i civitavecchiesi di uno degli ultimi pezzi di litorale. Accertiamoci bene che i ruoli e le responsabilità di tutti gli attori che girano a qualsiasi titolo attorno al progetto e compresi nel futuro management del Sito Archeologico siano ben chiari, stabiliti e non raggirabili facendo in modo di scongiurare ne che nessun “pesce grosso” vada a pescare nel torbido a danno di noi civitavecchiesi. Pretendiamo di sapere in anticipo chi fa cosa, come la farà, dove la farà e perché lo farà. Pretendiamo inoltre che siano le famiglie civitavecchiesi al centro di ogni orientamento di progetto e che siano stabilite già in fase di pianificazione del progetto stesso delle convenzioni per i civitavecchiesi. È il nostro territorio, è casa nostra e questo deve essere ben chiaro a tutti e sancito nel dettaglio. Ecco, signori politici e non, queste sono le vere tematiche da affrontare e approfondire nel dettaglio, queste sono le certezze che noi civitavecchiesi abbiamo bisogno di avere dalla classe politica, queste sono le priorità che ci potranno mettere al sicuro e al riparo da futuri sviluppi e devianze progettuali.
È vero che i fondi per la riqualificazione sono un atto dovuto da parte dell’Autorità Portuale per ripagare il Comune e quindi la città a mo’ di compensazione per lo sfruttamento del porto, ma a volte in questo pese si sa che i soldi portano in senso sempre qualche serpente. Abbiamo molte domande e altrettanti dubbi su questo progetto e vorremmo che a rassicurarci fosse il Sindaco e non un pizzaiolo qualsiasi, siamo stati già depredati dell’antemurale e alla nostra Frasca No, non ci rinunciamo. Nessuno tolga la Frasca alla future generazioni, nessuno tolga la Frasca ai nostri Figli!
I CITTADINI FREQUENTATORI DELLA FRASCA