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«L’ordinanza è stato uno strumento poco prudente». E’ la definizione soft usata da Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, per il “pastrocchio” venutosi a creare a seguito dell’ordinanza con cui il Comune - per questioni legate alla pubblica e privata incolumità - è intervenuto in un contenzioso civile tra privati.
Più che “poco prudente”, l’ordinanza si è rivelata una vera iattura per l’amministrazione Frontini.
L’approvazione del riconoscimento del debito fuori bilancio rischia di trasformarsi in un giallo.
In 16, compresa la sindaca Frontini, hanno votato a favore, Ugo Poggi consigliere di maggioranza in quota Io apro Rinascimento si è astenuto mentre l’opposizione è uscita dall’aula.
Secondo la minoranza, l’approvazione sarebbe avvenuta in mancanza di numero legale in quanto, in questo caso specifico, il voto della sindaca non andrebbe conteggiato. Tesi su cui però non concorda la neo segretaria generale.
La seduta consiliare di ieri è stata in prosecuzione del dibattito che martedì aveva mandato in tilt il consiglio, a seguito della richiesta di chiarimenti da parte dell’opposizione in merito al riconoscimento di un debito fuori bilancio da 1222 euro. Le critiche, sollevate dalla minoranza, non vertevano sull’entità del debito ma sulla mancata difesa e costituzione in giudizio da parte del Comune a fronte dell’impugnazione dell’ordinanza da parte di uno dei privati davanti al Tar.
Se non ci fosse stata tale assenza, secondo il leghista Andrea Micci «l’ordinanza poteva essere ritirata e le spese legali che l’amministrazione deve corrispondere potevano essere compensate».
Per la Allegrini, la decisione della sindaca nell’emanare l’ordinanza «poco prudente, forse è stata fuorviata dal parere espresso dalla Asl dopo il sopralluogo» per poi stigmatizzare l’atteggiamento del Comune che «dopo averla emanata non l’ha poi difesa. Non erano più convinti?».
Pollice verso anche dal Pd che, tramite il capogruppo Alvaro Ricci, ha espresso un giudizio critico su come si è mosso l’esecutivo.
Il precedente consesso era stato aggiornato a ieri per visionare l’emendamento che la maggioranza aveva predisposto in corso d’opera martedì e per fornire ai consiglieri la documentazione atta a ricostruire il percorso della vicenda. Ricostruzione che però, ha evidenziato Letizia Chiatti del gruppo misto non era completa, in quanto «già nel 2021 l’amministrazione conosceva i motivi per i quali non era il caso di intervenire».
L’emendamento è passato a maggioranza, con l’astensione di Poggi, e il no compatto della minoranza che poi ha abbandonato l’aula al momento della votazione finale. Per ora dunque via libera al riconoscimento del debito fuori bilancio. In attesa di eventuali contromosse da parte dell’opposizione.
In apertura lavori, il ricordo dell'aula in occasione del 32esimo anniversario della strage di Capaci, il 23 maggio 1992, in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone.