Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente: Viterbo scivola di 13 posizioni e passa dal 74° all’87° posto in Italia. Lo si evince dal nuovo Rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente che esamina i dati del 2023 riferiti a 20 parametri che determinano “le performance ambientali dei Comuni italiani basate sui dati relativi che prevedono l’assegnazione di un punteggio teorico massimo di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità”.

Viterbo è a livelli ottimi per quanto riguarda il livello di polveri sottili (Pm2.5) nell’aria insieme a Sassari, Enna ed Ascoli Piceno, mentre è tra le peggiori per il livello di ozono nell’aria.

In tutti gli altri 18 si attesta su livelli insufficienti o mediocri. Viterbo, nella media dei 20 indicatori, ha ottenuto un punteggio pari al 46,30%. In questa speciale graduatoria green che è, ormai, un punto di riferimento per valutare organicamente la qualità dell’aria, le politiche volte alla sostenibilità ambientale comunale e allo sviluppo di infrastrutture non impattanti, Viterbo risente di ritardi evidenti.

La città dei papi è sotto la media nazionale, che si attesta al 55,80%, di 9,5 punti percentuali.

Il Lazio è nettamente nella parte bassissima della graduatoria con Roma che fa in parte eccezione al 65° posto con il 53,48%. Viterbo è terza regionale. Rieti è seconda regionale ma all’ 83° posto nazionale con il 48,03%. Quarta del Lazio e 93° in Italia è Frosinone con il 41,69% e chiude Latina che è 96° in Italia con il 40,48%. La città italiana più ecosostenibile e dedita alle politiche ambientali è Reggio Emilia con l’80,66%, seguita da Trento, Parma, Pordenone, Forlì, Treviso, Mantova, Bologna, Bolzano e Cremona.

La peggiore città italiana è Catania con appena il 15,79%, preceduta in fondo classifica da Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Palermo, Vibo Valentia, Catanzaro, Caserta, Imperia (peggiore capoluogo del Nord) e Latina. Viterbo è menzionata negativamente nell’analisi di Ecosistema Urbano, insieme a tanti altri capoluoghi, per la dispersione idrica oltre il 25%, livello che è simile in tutto il Lazio.

Il capoluogo della Tuscia, nel complesso dei gas emessi nell’aria, è considerata “insufficiente” per l’indicatore del “livello qualitativo dell’aria in relazione ai limiti di legge UE e ai valori guida Oms per la tutale della salute umana”.

È L’Aquila l’unica provincia italiana con giudizio di ottimo. La città dei papi è invece su livelli intermedi per la raccolta differenziata (tra il 50% e il 65%). Nel complesso Legambiente ha verificato un peggioramento generale degli indicatori e la necessità di azioni rapide e mirate per migliorare lo stato dell’aria e degli ecosistemi urbani italiani.