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Oggi ultimo giorno del calendario 2024, ancora poche ore e la città e i viterbesi saranno proiettati nel nuovo anno. Per “‘una buona fine e un buon principio” l’augurio della sindaca Chiara Frontini con una sintesi su ciò che è stato fatto e sulle prospettive per il 2025.
Amministrativamente che tipo di anno è stato, quale l'elemento caratterizzante?
«Il 2024 è stato un anno di sfide e trasformazioni. Abbiamo aperto oltre 30 cantieri Pnrr, più la riqualificazione di Bagnaia e i progetti del programma Vetus Urbs, finanziato nel 2016, avviato le gare dei fondi per il Giubileo e assegnato gli incarichi di progettazione del Fondo Europeo di Sviluppo che si concentrano tutti sul centro storico e la vocazione culturale e turistica della città, per circa 100 milioni di investimento. Nel 2024 abbiamo asfaltato oltre 15 km di strada, bandito la gara dei rifiuti e del verde».
Negli ultimi tempi si avverte un clima di insofferenza verso l'amministrazione, bersaglio principale la sindaca. Da cosa origina secondo lei?
«Esiste un dissenso, un dibattito che è del tutto fisiologico in democrazia. Poi è senza dubbio amplificato, perché si tratta di una minoranza rumorosa a cui si contrappone una maggioranza silenziosa che apprezza il nostro lavoro. Noi siamo stati scelti dai viterbesi per cambiare le cose, ed è naturale che quando poi lo fai davvero, i cambiamenti generino reazioni diverse. Quando si agisce per trasformare una città, toccando anche interessi consolidati, è inevitabile incontrare resistenze ed è altrettanto inevitabile che la Sindaca, da vertice apicale dell’amministrazione diventi il bersaglio di chi avversa il nostro lavoro o di chi è insoddisfatto. Ma non parlerei di insofferenza, siamo qui a fare il nostro lavoro al massimo delle nostre potenzialità. A qualcuno piace, a qualcun'altro no, ma almeno adesso si dibatte di Viterbo, di progetti, di opere, di cantieri, di fatti, insomma. Prima si dibatteva di scaramucce tra alleati, di guerre interne ai partiti, di posizionamenti potere e poltrone. E non credo che la maggioranza dei viterbesi senta la mancanza di tutto questo. Quando torniamo a raccontarlo alle persone, nelle piazze e tra la gente che è il nostro luogo naturale, sentiamo comprensione, appartenenza e vicinanza. In questi mesi lo abbiamo fatto con maggiore intensità rispetto alla prima parte del mandato, dove abbiamo dovuto lavorare quasi esclusivamente dentro la macchina per mettere ordine alle macerie che abbiamo ereditato, e si tocca con mano che nel confronto diretto, molte cose si chiariscono e le scelte vengono comprese».
Viterbo ha beneficiato di consistenti fondi Giubileo per opere che, presumibilmente però, non vedranno la luce prima di fine 2025. Nel frattempo cosa mette in campo il Comune per pellegrini e turisti?
«Non restiamo fermi ad aspettare. Abbiamo avviato i cantieri del Giubileo e sono in programma eventi culturali, percorsi tematici e una città che passo a passo sta diventando sempre più vivibile. Questo approccio è già una risposta immediata mentre le tante opere prendono forma».
A proposito di turismo, lei sembra orientata a promuovere Viterbo più fuori Italia che sul territorio nazionale. Perché?
«Viterbo ha un patrimonio unico che merita di essere conosciuto in tutto il mondo. Viterbo deve puntare sulle terme, sulla cultura, sulla bellezza del nostro territorio, della nostra storia e della nostra identità. Promuovere la nostra città all’estero non significa trascurare l’Italia, ma ampliare gli orizzonti. Il progetto “Viterbo città termale” che entra a far parte della prestigiosa European Historical Thermal Town Association (EHTTA) - Associazione Europea delle città storiche termali è un progetto non solo valido ma oserei dire strategico. Viterbo capofila della Rete delle Città Medievali, Viterbo che si candida con un progetto solido a diventare Capitale Europea della Cultura 2033, sono operazioni legate ad una unica strategia: puntare sempre più ad attrarre un turismo ‘alto spendente’ favorendo un indotto economico importante oltre che utile a consolidare l’immagine della nostra città come destinazione internazionale».
Il 2025 è alle porte, quali sono le prospettive per Viterbo?
«Il 2025 sarà un anno cruciale, di risultati concreti e visibili oltre che di tanti cantieri avviati. Pensiamo all’ex Tribunale, che ospiterà gli uffici comunali riportando servizi e persone, dunque economia, nel cuore del centro storico. Poi c’è il Pums a cui stanno lavorando degli ottimi professionisti, c’è il piano di recupero del centro storico. Sarà l’anno di conclusione di diverse opere importanti e strategiche. E sarà un anno di consolidamento amministrativo. Le prospettive sono quelle per le quali abbiamo ottenuto il voto della maggioranza dei cittadini, rendere Viterbo una città sempre più inclusiva, attrattiva, una città delle opportunità, orgogliosa della propria identità e del proprio passato e che guarda all’avvenire con fiducia ed ottimismo, avendo radici solide e un’amministrazione che ha il coraggio di compiere le scelte, anche quelle difficili, mettendoci la faccia».
Cosa augura alla città e ai viterbesi per il prossimo anno? E a se stessa come sindaca ma anche a livello personale?
«Auguro a Viterbo e ai suoi cittadini un anno di serenità, opportunità e soddisfazioni. A livello personale, come sindaca, mi auguro di continuare a lavorare con la stessa passione e determinazione, mentre come persona, spero di trovare sempre il giusto equilibrio tra impegno pubblico e vita privata. Non è sempre facile perché la passione per la nostra città è travolgente, così come il desiderio di realizzare il più in fretta possibile tutto ciò che si attendono i cittadini dopo anni e anni di immobilismo delle passate amministrazioni comunali».