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«Come presidente della commissione Ambiente e Agricoltura della Regione Lazio, accolgo con grande soddisfazione il prolungamento della stagione venatoria». Così, in una nota, il consigliere regionale Giulio Zelli, di Fratelli d’Italia.
Nello specifico, la Regione ha anticipato l’inizio della stagione venatoria al 2 ottobre, fissando la conclusione per il 30 gennaio. «La novità - spiega Zelli - è che sono state aggiunte 13 giornate di caccia proprio per combattere la proliferazione dei cinghiali, ormai in evidente sovrannumero e diventati, come noto, causa di molteplici incidenti stradali e di ingenti danni all’agricoltura regionale».
«Anticipando di un mese l’apertura, il calendario venatorio - puntualizza il presidente - è stato esteso fino ad un totale di 52 giorni di caccia rispetto ai 39 precedenti. La Regione, tramite l’ottimo lavoro dell’assessore Righini e degli uffici, ha fatto il massimo possibile rapportandosi con l'attuale normativa nazionale sulla caccia in termini di giornate cacciabili».
Dopo l’approvazione del Piano per il contenimento della peste suina africana (Priu), prosegue dunque l’impegno della Regione nel contrasto agli ungulati: «Tramite la commissione Agricoltura e Ambiente c’è un dialogo costante con le associazioni venatorie, che difatti hanno accolto positivamente le nuove disposizioni. Restiamo sempre più convinti che la caccia e la successiva commercializzazione delle carni di cinghiale siano l’unico strumento per far cessare definitivamente l’emergenza e, al tempo stesso, valorizzare la filiera agroalimentare laziale. La figura del cacciatore, anche nell’ottica del contrasto alla Psa, è una preziosa risorsa per il raggiungimento del contenimento degli esemplari ed è un baluardo contro la possibile diffusione della malattia».
«A tal proposito - conclude Zelli - vigileremo costantemente affinché le disposizioni del Priu vengano attuate correttamente da tutti gli enti competenti. Auspico infine che l’attuazione della caccia nel rispetto del nuovo calendario venatorio possa contribuire a stabilire un nuovo equilibrio in termini di presenza di cinghiali nel territorio del Lazio».