si prepara una mobilitazione contro il progetto di realizzare una nuova discarica in località Piano del Casalone. A promuovere l’iniziativa è il presidente della Provincia, Alessandro Romoli che ha convocato i sindaci di Viterbo, Vetralla e Monteromano.

«Ancora una volta ci troviamo nelle condizioni di dover fare battaglia per cercare di bloccare l’ennesima discarica che un soggetto privato intende realizzare nella Tuscia, in questo caso presso la località Piano del Casalone nel Comune di Viterbo» dice Romoli che spiega di aver «appreso che presso la Regione Lazio è stata depositata, da parte di un soggetto privato, un’istanza di attivazione del procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via): si tratta di un passaggio fondamentale che, se superato, aprirebbe le porte alla realizzazione dell’impianto».

La Provincia di Viterbo ha già presentato le proprie osservazioni, «indicando - spiega ancora il presidente Romoli - come l’area in oggetto abbia una forte vocazione agricola e sottolineando, qualora ce ne fosse bisogno, che la Tuscia ospita già diversi siti per lo smaltimento dei rifiuti».

Romoli però vuole andare avanti.

«L’esperienza - dice - ci induce però a non fermarci qui. Ecco perché ho provveduto a convocare per venerdì 20 settembre i sindaci dei Comuni di Viterbo (Chiara Frontini), Vetralla (Sandrino Aquilani) e Monteromano (Maurizio Testa), che sarebbero i più interessati nell’eventualità in cui il sito venisse realizzato, presso la sede della Provincia di Viterbo.

Obiettivo dell’incontro - spiega il presidente - è quello di stabilire una linea politica e amministrativa comune per cercare di bloccare questo progetto».

Alla riunione parteciperanno anche il consigliere provinciale con delega all’Ambiente, Ermanno Nicolai, e la dirigente del settore ambiente della Provincia di Viterbo, Francesca Manili.

«L’ho detto più volte e lo ripeto - ha aggiunto Romoli - è ora che si smetta di considerare la Tuscia come la discarica di Roma e d’Italia. Ospitiamo già diversi impianti che accolgono rifiuti dalle altre province del Lazio, incapaci di provvedere autonomamente allo smaltimento. Non possiamo pagare per le incompetenze altrui e non siamo più disposti ad ospitare discariche che servono ad altri. La Tuscia - conclude non è la pattumiera di nessuno».