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«La sperimentazione che è stata effettuata con successo, per alcuni mesi, di allungare gli orari di apertura dei pubblici esercizi deve essere stabilizzata perché tutto è andato bene in quel periodo». A parlare è Gianfranco Piazzolla, presidente provinciale di Confimprese Viterbo, che approfondisce le richieste fatte al Comune di Viterbo, con un documento ufficiale, da Confcommercio, Cna, Confimprese, Confartigianato e Confesercenti.
Il Patto per la notte tra associazioni di categoria e Comune di Viterbo dovrà, nelle intenzioni dei rappresentanti degli esercenti, avere carattere annuale e non più di provvisorietà. «Dopo il periodo pandemico, seguito da un lungo confronto nel tavolo di concertazione aperto nel 2023 e tornato a riunirsi anche di recente – spiegano - riteniamo che oramai il Patto per la notte, inteso come strumento integrativo del Piano di urbanistica commerciale, sia da considerare superato e non più rispondente alle esigenze manifestate anche di recente in sede di concertazione».
Gianfranco Piazzolla è tra i firmatari di questo documento e, tra le altre cose, nel periodo di sperimentazione «non si sono sentite le lamentele del comitato che, a suo tempo, si pose contro le aperture allungate. Viste le difficoltà economiche dei locali abbiamo chiesto di ripristinare la chiusura all’una nei feriali e alle due nei festivi. Senza le varie zonizzazioni del periodo transitorio ma con solo due aree: fascia esterna e fascia interna». La sicurezza è un altro tema fondamentale. «Anche in questa proposta – continua Piazzolla – i gestori si fanno carico del compito di monitorare l’ordine pubblico e, se del caso, di avvisare le forze dell’ordine. Fondamentalmente chiediamo l’estensione dell’esito degli incontri con la sindaca Frontini e gli assessori Aronne e Franco. Ora che arriva l’estate c’è la possibilità di rendere viva la città e, alla fine, conta se la gente spende e come lo Stato influenza le dinamiche economiche anche sul locale. L’apertura degli esercizi è un bene per rivitalizzare la città, porta lavoro e corrispettivi che vanno a trasferirsi sui consumi».
La cordata di associazioni del commercio è compatta: «in un’ottica di revisione più generale dei regolamenti comunali, che non possono più esimersi dal recepire le disposizioni normative delle leggi statali in tema di definizione degli orari di apertura dei locali di somministrazione – dicono Cna, Confcommercio, Cna, Confimprese, Confartigianato e Confesercenti - le richieste vertono sulla definizione strutturale, senza più distinzioni stagionali, delle disposizioni contenute nelle ordinanze sindacali temporanee 33 del 10 agosto 2023 e 50 del 21 novembre 2023 con gli orari di chiusura all’1 durante la settimana e alle 2 il venerdì, il sabato, nei giorni festivi e prefestivi o in caso di eventi speciali».