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Il pensiero degli amministratori locali in questo periodo potrebbe sembrare dedicato prevalentemente agli eventi natalizi.
Ma sotto la magia degli addobbi e delle luminarie in realtà si stanno affrontando questioni ben più rilevanti.
Entro il 31 dicembre infatti sia la Provincia sia il Comune devono approvare il bilancio di previsione.
Manovra da 137 milioni di euro, in cui sono compresi anche i fondi Pnrr, che Palazzo dei Priori si appresta a varare in consiglio comunale la prossima settimana - con una maratona di 3 giorni, dal 21 al 23 dicembre - dopo il via libera della seconda commissione a inizio dicembre.
Prossima settimana anche per la manovra previsionale di Palazzo Gentili. La data non è ancora stata fissata ma il presidente Alessandro Romoli aveva già annunciato l’intenzione di procedere all'approvazione entro il 20 dicembre.
Ma se il documento economico-finanziario dell’ente di via Saffi non sembra correre il rischio di incappare in qualche intoppo, altrettanto non si può dire per quanto riguarda il futuro da presidente della Provincia di Alessandro Romoli.
Il mandato è in scadenza il 18 dicembre, poi ci sarebbero 90 giorni di tempo per indire le prossime Provinciali. Quindi nella primavera 2024.
Ma la questione delle date poco incide sulle sorti di Romoli. Nel suo caso l'incognita principale è costituita dal potersi o meno ricandidare a sindaco, in virtù del fatto che la procedura di voto è rimasta invariata. Le Provinciali sono ancora elezioni di secondo livello e quindi gli organi di governo dell’ente vengono scelti dagli stessi amministratori tra i sindaci in carica.
Ed è qui che sta il busillis.
Romoli infatti essendo al suo terzo mandato, - è alla guida del comune di Bassano in Teverina in maniera continuativa dal giugno 2009 - non potrebbe più candidarsi per lo scranno di primo cittadino. O almeno non nel suo paese. L’escamotage per ambire a una riconferma come presidente di Palazzo Gentili potrebbe essere quello di candidarsi in uno degli oltre 20 Comuni che andranno al rinnovo in primavera.
L’altra possibilità è che passi la riforma sul limite di mandato, in particolare quella relativa all’abolizione per i Comuni sotto i 3000 abitanti. E dal momento che sembra sia stato raggiunto un accordo nella maggioranza di governo che andrebbe verso il via libera a un terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a 15mila abitanti, a Romoli non resta che incrociare le dita. Sarebbe una svolta epocale: si potrebbe restare sindaco a vita nei piccoli municipi.