CIVITAVECCHIA – Era il 24 luglio 1996 quando il Decreto del Presidente della Repubblica n° 503 stabiliva norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici, spazi e servizi pubblici. L’obiettivo era chiaro: consentire a chiunque di accedere senza impedimenti. L’articolo 1, comma 5 del decreto prevedeva, tra l’altro, che, in attesa dei necessari adeguamenti strutturali, gli enti pubblici dotassero gli edifici di un sistema di chiamata per garantire assistenza immediata alle persone con ridotta mobilità. Un intervento minimo, con un costo irrisorio: un semplice pulsante in grado di attivare una segnalazione acustica. Eppure, sono passati quasi 10.000 giorni da quel provvedimento e ancora molti edifici pubblici e privati non rispettano neppure queste norme basilari. A sollevare la questione è Elena De Paolis, presidente del Tavolo tecnico per la cultura dell’agibilità: «Ancora oggi ci sono edifici e spazi pubblici privi non solo delle più avanzate tecnologie per l’accessibilità, ma anche di un banale campanello che permetta di avvisare il personale e chiedere assistenza».

Una svolta, seppur simbolica, è arrivata di recente grazie all’incontro tra il Tavolo tecnico e l’assessore ai Servizi sociali, Antonella Maucioni. «Perché non cominciare a dotare di un pulsante di chiamata almeno l’ingresso ufficiale della Casa Comunale?», si è chiesta De Paolis durante il confronto. L’iniziativa è stata portata subito all’attenzione della Giunta e accolta positivamente, portando l’assessore ai Lavori pubblici Patrizio Scilipoti a intervenire per realizzare la modifica. «Un piccolo ma importante segnale – spiega la presidente – che dimostra come sia possibile risolvere certe carenze con interventi semplici e a basso costo».

Ma il pulsante installato al Comune è solo il primo passo. «La cosa può sembrare una banalità, ma non lo è - avverte De Paolis – quanti uffici, negozi e servizi pubblici in città sono ancora privi di questo semplice accorgimento, che basterebbe per consentire una fruizione autonoma a tante persone?». Il messaggio è chiaro: superare le barriere architettoniche è un obiettivo che passa anche dai dettagli, perché l’accessibilità non è fatta solo di grandi opere, ma anche di piccoli, fondamentali gesti.