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650 alunni in meno. E’ il calo registrato quest’anno nelle scuole del Viterbese, un dato fornito dal provveditore agli studi Daniele Peroni.
Il titolare dell’ufficio scolastico provinciale ha però tenuto a rassicurare che «siamo riusciti a garantire l’apertura delle prime classi anche nei piccoli comuni» e a determinare «gli organici negli istituti, prima del termine ultimo del 18 aprile».
Gli elementi della fotografia scattata dal provveditore sono stati illustrati durante la seduta congiunta consiglio provinciale-assemblea dei sindaci, dedicata al dimensionamento scolastico, che ieri pomeriggio ha visto la partecipazione dell’assessore regionale Giuseppe Schiboni, di Agnese D’Alessio, dirigente Area diritto allo studio della Pisana, e dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Daniele Sabatini e Giulio Zelli.
Oggetto dell'incontro: il dimensionamento delle istituzioni scolastiche con l’illustrazione della bozza regionale contenente le linee guida sulla programmazione della rete scolastica per l’anno scolastico 2025/2026.
Bozza che in realtà, come spiegato da Schiboni «sarà inviata oggi al presidente della Provincia». Romoli si incaricherà di farla pervenire a tutti i sindaci e di fungere poi da coordinamento di tutte le osservazioni e i suggerimenti provenienti dai vari Comuni che dovranno essere rimessi agli uffici regionali «entro 10 giorni», come richiesto espressamente da Schiboni.
L’assessore ha tenuto a evidenziare la nuova modalità con cui la Regione guidata da Rocca affronta la questione della razionalizzazione scolastica.
«Partendo dal basso, con una bozza di programmazione da condividere con istituzioni locali, scolastiche e parti sociali in un’ottica che tenga conto non solo dei criteri numerici ma anche delle dinamiche sociali e dei diritti degli studenti» ha dichiarato ponendo poi l’accento sugli 8 milioni di euro stanziati dalla Regione per il diritto allo studio.
La dirigente D’Alessio ha tracciato il travagliato, negli anni, excursus normativo sul dimensionamento scolastico poi sfociato nella norma ministeriale che consente alle Regioni di gestire e applicare in maniera autonoma la razionalizzazione.
«Lo scorso anno - ha sottolineato - avremmo dovuto accorpare 37 autonomie, invece ne abbiamo razionalizzate solo 16. E quest’anno il dimensionamento interesserà 23 autonomie».
Nel Viterbese quelle coinvolte dovrebbero essere tre, anche se alla domanda posta dall’assemblea su quante saranno accorpate non è stata data risposta.
Il presidente dell’ente di via Saffi, Alessandro Romoli, rimarcando come il fenomeno della scarsa natalità «desta preoccupazione perché in futuro creerà grandi difficoltà per formare le classi», ha sottolineato di aver voluto anticipare i tempi - con una modalità di intermediazione partita ad aprile - «in modo che la Provincia possa raccogliere le istanze di tutti gli attori coinvolti, in particolare delle parti che operano nel mondo della scuola».
E proprio il fatto che della questione se ne sia iniziato a parlare in aprile è stato definito dal consigliere regionale Sabatini «un’attività lodevole».
Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione ha quindi proseguito: «Oggi inizia una fase nuova di concertazione con i territori. Inizialmente erano previsti 53 interventi di dimensionamento sulle istituzioni scolastiche poi tramite il dialogo, a tratti faticoso, siamo passati a 37 poi quest’anno a 23. Mi sembra un buon risultato».
Il territorio, per Sabatini, «ha la facoltà e il dovere di deliberare autonomamente. E’ un’opportunità di ragionare anche in termini di programmazione didattica legata alle vocazioni del territorio».
E se la scelta di iniziare a ragionare già da questo mese su proposte che partono da un tavolo tecnico per tutelare in maniera equa i diritti di tutti i Comuni, anche i più piccoli, ha riscosso il plauso dei presenti la referente Cgil ha però espresso perplessità nel merito affermando di «non vedere nulla di positivo nel dimensionamento» ritenendolo «lo strumento meno opportuno per dare risposte al territorio»