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No al dimensionamento scolastico deciso dalla Regione per la Tuscia.
La Provincia è pronta a presentare ricorso su «una materia che è di competenza del nostro ente. Non sono d'accordo a demandare una delega che è della nostra amministrazione alla Regione» ha dichiarato il presidente Alessandro Romoli in sede di consiglio provinciale.
La vicenda del dimensionamento scolastico, che nei giorni scorsi è stato al centro di un serrato e acceso botta e risposta tra il consigliere regionale Daniele Sabatini e Romoli, ha portato ieri il parlamentino di via Saffi a dare il via libera per avviare l’iter per impugnare il provvedimento regionale. Otto i voti a favore, cinque gli astenuti tra cui Giampieri e Porri di Fratelli d’Italia e Biancucci di Per il Bene Comune.
La decisione della Regione di accelerare i tempi della riorganizzazione della rete scolastica è stata definita da Romoli «un fulmine a ciel sereno poiché nell’anno corrente nessun istituto provinciale avrebbe dovuto essere interessato dal provvedimento». Provvedimento reso ormai definitivo dalla deliberazione regionale tanto che gli istituti scolastici - il 18 gennaio si aprono le iscrizioni per il prossimo anno - hanno già ricevuto i nuovi codici meccanografici. Anche se il presidente riconosce che «pure la Regione si trova schiacciata dall’urgenza dovuta all’accelerazione impressa dal ministero». In particolare è l'accorpamento di un istituto di Caprarola con Fabrica di Roma a far storcere il naso.
A focalizzare le incongruenze del caso è Eugenio Stelliferi, che in qualità di delegato alla rete scolastica, ha partecipato ai vari incontri che avevano portato al documento sul dimensionamento che la Provincia doveva far pervenire alla Regione, come è avvenuto, entro il 30 novembre. Il 19 dicembre, l’ultimo incontro a Roma, e «dopo 4-5 giorni la sorpresa: l’atto regionale che in modo arbitrario non tiene conto neanche dei parametri numerici» stigmatizza l’ex sindaco di Caprarola.
Tra l’altro rileva le difficoltà logistiche del dimensionamento che toglie la direzione a Caprarola e l’accorpa con istituto di Fabrica di Roma: «non c’è alcun mezzo di trasporto pubblico che le collega, neanche una bicicletta. Mentre casomai se Caprarola fosse annessa a Ronciglione ci sarebbero decine di corse».
Inoltre evidenzia come non si sia tenuto conto dell’investimento Pnrr da 6 milioni di euro per la realizzazione del polo per l'infanzia che sorgerà a Caprarola innalzando il numero di alunni e «che nasce già senza reggenza».
Nella delibera presentata da Stelliferi, e approvata dal consiglio, si chiede di stralciare “l’aggregazione dell’istituto comprensivo Marchini di Caprarola con l’I.C. di Fabrica di Roma (577 + 609 = 1.186 alunni) poiché non conforme a quanto deliberato dal consiglio provinciale di Viterbo con delibera del 28 novembre relativa al Piano provinciale di riorganizzazione della rete scolastica 2024/25”.
Qualora la richiesta non fosse accolta dalla Regione “si dà mandato al Presidente di attivare quanto necessario per ricorrere nelle sedi opportune a difesa del territorio della Provincia di Viterbo”.
Via libera quindi al ricorso al tar. E la Provincia di Viterbo non sarà un caso isolato. Come dichiarato da Romoli, che ricopre anche la carica di presidente Upi Lazio: «Sono tantissimi i ricorsi che saranno presentati non solo dalle amministrazioni provinciali ma anche dagli organi che compongono l’Osservatorio scolastico regionale».
L’Unione Province del Lazio nei giorni scorsi si era riunita proprio per discutere sul dimensionamento scolastico. «In quell'occasione - dichiara Romoli - abbiamo inviato una lettera all’assessore regionale competente chiedendo di rivedere in autotutela il Piano seguendo le direttive del territorio. In via informale c’è stato anche un colloquio con l’assessore Schiboni, il quale ci ha rappresentato che c’è stata questa accelerazione su spinta del ministero quindi anche la Regione si è trovata impreparata».
Per ora l’Upi Lazio resta in attesa di una risposta formale da parte dell’assessore prima di rendere ufficiale la posizione che verrà assunta.
Nella seduta consiliare di ieri è stato approvato, con 5 astensioni, il documento unico di programmazione propedeutico al bilancio di previsione. Una manovra da 45 milioni di euro, con investimenti di 6 milioni per le strade e 2,4 milioni per le scuole, nella quale saranno ricondotte per l’annualità 2024 le somme non impiegate del Pnrr.
Gli schemi del Dup, documento unico di programmazione, e del bilancio pluriennale 2024-2026 saranno oggetto di trattazione dell’assemblea dei sindaci convocata per il 19 gennaio.