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«L’assessore Franco, redivivo, atterra nella discussione sul futuro turistico e culturale della nostra città con una serie di affermazioni lunari. E non a caso, infatti, atterra come fosse rientrato da un viaggio interplanetario». Lo dice Luigi Maria Buzzi, coordinatore comunale FdI Viterbo. «Affermazioni che abbiamo già letto nelle scorse settimane con un certo stupore e che vediamo ribadite, come a certificarne la bontà - dice Buzzi . in assenza di dati certi e in attesa di averne a stagione estiva ampiamente passata. Ampiamente, purtroppo, passata inosservata soprattutto da quei turisti che l’assessore Franco incontra a frotte camminando per il centro. Peccato che ad incontrarli sia solo lui: e allora ci dica, e dica a tutti gli operatori economici della città che se ne lamentano, a che ora i detti turisti affollerebbero il centro perché prontamente, noi e gli operatori economici, ci organizzeremmo per accoglierli. Organizzazione di cui non v’è traccia - prosegue Buzzi - nelle stanze di Palazzo dei Priori e di via Garbini, a Viterbo e non sul pianeta frequentato dall’assessore Silvio Franco. Quindi, tutti gli imprenditori, tutti i cittadini, che a diverso titolo ci hanno raccontato di una estate decisamente sottotono e di cui la stampa ha dato menzione in questi stessi giorni, devono essersi persi qualcosa. A leggere Franco, il Comune ha messo in piedi un tavolo sul termalismo, per fare di quest’ultimo il potente strumento di promozione di questo territorio ma degli esiti di questo percorso nessuno sa nulla. I turisti ci sono e nessuno li vede. I dati sono in crescita perché se nessuno vede i turisti e si accorge che non ci sono vuol dire che prima ci sono stati. Nel frattempo, non contenti, ci siamo candidati ad essere Capitale europea della Cultura per il 2033 e, anche di questo progetto, conosciamo solo il titolo che, alle condizioni attuali, annuncia un cinepanettone più che un capolavoro da Leone d’oro. E via con queste amenità, che starebbero male anche sulla bocca di un bambino dispettoso, immaginiamo quanto possano essere inopportune in bocca a un assessore. Povera Viterbo - conclude - quanto ancora dovremo attendere per veder compiere da questa giunta un atto di consapevolezza che consenta di tornare al voto per dare un governo degno di questo nome alla nostra città?».