«Nessuna querelle politica. La difesa del territorio è una battaglia che va al di là dell’appartenenza».

Il presidente della Provincia Alessandro Romoli e la sindaca Chiara Frontini nell’affrontare la vicenda dell’ampliamento della discarica di Monterazzano, in particolare del suo utilizzo a servizio dell’intero Lazio, tengono a sgomberare il campo da motivazioni politiche o personali.

Le dichiarazioni nel corso della conferenza congiunta, tenuta nella sala Benedetti di Palazzo Gentili, sul quarto invaso autorizzato in località Le Fornaci dalla conferenza servizi in Regione.

«Il tema è già stato oggetto sia del consiglio provinciale sia dell’assemblea dei sindaci. - ricorda Romoli - Entrambi gli organi hanno espresso la loro contrarietà con un mandato chiaro all’ente a portare avanti azioni legali per tutelare gli interessi del territorio».

Forte del risultato ottenuto su Arlena - il Tar ha accolto il ricorso presentato dalla Provincia e dai comuni di Tuscania, Tarquinia e Tessennano e annullato tutti gli atti relativi all'impianto per lo smaltimento dei rifiuti marini su cui si era espresso favorevolmente la Regione - il presidente di Palazzo Gentili ribadisce la rilevanza di portare avanti azioni legali che possano contare sulla concretezza di atti amministrativi.

«Per questo abbiamo dato incarico all’avvocatura dell’ente di valutare l’impugnazione del provvedimento regionale sulla discarica per poi eventualmente accodarsi a quello proposto dal Comune di Viterbo. Una strategia giuridica congiunta - ha aggiunto - non solo con Viterbo. Ci stiamo coordinando, come fatto per Arlena, con varie amministrazioni del territorio per il ricorso davanti al Tar».

«Noi rappresentiamo la provincia di Viterbo e per quanto mi compete, al di là dell'appartenenza politica, tra l’altro il mio partito è al governo della Regione, dobbiamo tutelare le giuste esigenze del territorio» ha rimarcato dichiarandosi poi certo che «i nostri rappresentanti regionali non tarderanno a intervenire a difesa del Viterbese». La battaglia da combattere a colpi di carte bollate è quella contro l’ampliamento del quarto invaso a Monterazzano, la cui volumetria - ridotta da 960mila a 550mila metri cubi - dovrà ricevere oltre 600 tonnellate di rifiuti provenienti dall’intero Lazio, una prescrizione che l’area rifiuti della Regione ha posto come condizione. E in particolare proprio contro questo aspetto, l’amministrazione comunale di Viterbo ha presentato il secondo ricorso al Tar. Uno spiraglio di speranza secondo la sindaca Frontini potrebbe essere costituito dalla sentenza del Tar su Arlena.

«Una vittoria che è un precedente importante per la provincia di Viterbo, l’unica nel Lazio ad aver approvato il piano rifiuti» ha evidenziato per poi aggiungere che «la tipologia di atti presentati al tribunale amministrativo sull'impianto di Arlena dimostrano che, se la questione viene affrontata in maniera non strumentale, si possono ottenere risultati».

«La Tuscia - rimarca - è virtuosa sia in termini di gestione e programmazione, chiude il ciclo rifiuti. La Regione invece disconosce il proprio piano rifiuti dell’agosto 2020 che prevedeva che gli Ato di ogni provincia si dotasse di idonea impiantistica. Poi con un emendamento è stata posticipata di 36 mesi, scaduti a settembre dello scorso anno, la prosecuzione dei conferimenti a Monterazzano. Siamo a giugno 2024 e stiamo ancora così. Da oltre 10 anni scontiamo questa servitù. E’ inaccettabile che il nostro territorio debba subire l’invasione dei rifiuti per la negligenza di altri».

E come già anticipato in una precedente conferenza stampa, la sindaca Frontini chiosa: «Appena disponibile, se lo sarà, il Comune probabilmente impugnerà anche il Paur».