«Con la sindaca Frontini abbiamo ristabilito le normali relazioni sindacali dopo che lei ha fatto un passo indietro come c’eravamo prefissi».

Il sit-in di questa mattina della Uil di Viterbo sotto il Comune di Viterbo, con un centinaio di militanti, guidati dal segretario regionale Alberto Civica e da quello provinciale Giancarlo Turchetti, ha portato i suoi frutti. Sul piatto c’erano le frasi della sindaca, pronunciate nella famosa cena dei veleni a casa del consigliere Marco Bruzziches. La Frontini aveva definito «materiale umano da buttare» il 50% dei dipendenti comunali e utilizzato la frase «quel coglione di Turchetti della Uil...» inerentemente la decisione di Turchetti di portare la nuova sede fuori dal centro storico. «Al sit-in eravamo un centinaio di persone – dice il segretario Turchetti – con maglie, bandiere e striscioni. Sono stati fatti dei cori contro la sindaca ma questo fa parte dell’azione sindacale. La sindaca è scesa da noi e ha fatto un passo indietro rispetto a quello che ha detto perché dobbiamo contestualizzare il tutto in una cena privata e che non era sua intenzione offendere nessuno né tantomeno la Uil che rispetta e stima come anche me».

Stessa cosa per i dipendenti che «non voleva offendere - continua Turchetti – e voleva solo dire che ci sono delle sacche da mettere a posto all’interno del Comune e stimolare i dipendenti e cercare di risolvere il problema. Sono state fatte delle scuse e possiamo ristabilire le normali relazioni sindacali che servono per le trattative con il Comune».

«Sulla questione del personale – ha detto la sindaca in piazza davanti a Civica e Turchetti dopo essere scesa al sit-in della Uil – ci siamo visti non più tardi di qualche giorno fa e credo ci siamo chiariti definitivamente una volta per tutte. Ho detto che ci sono delle sacche di inefficienza qui come in altri posti. E spero che il sindacato sia di supporto a migliorare il sistema di valutazione e le questioni interne all’amministrazione. Mi dispiace se qualcuno si è sentito offeso, il senso non era quello di offendere nessuno ma, in un contesto privato che poi è diventato pubblico, va tutto contestualizzato». Quindi le spiegazioni sulle parole forti nei confronti di Turchetti: «Per quanto ti riguarda e per la Uil – ha detto la sindaca a Turchetti – come nasce quella situazione? Ci siamo sentiti prima su questa cosa: quell’affermazione nasce nel contesto di un’intervista che era stata rilasciata (da Turchetti, ndr) sul centro storico e sulla quale ti ho chiamato subito. L’avevo considerata un attacco gratuito nei confronti dell’amministrazione. Tu stesso mi dicesti che era stata un po’ esacerbata nei concetti perché non era esattamente quello che volevi dire». Il “coglione” verso Turchetti, quindi, sarebbe derivato, per la Frontini, dalla mancanza di tatto di Turchetti nel portare fuori la sede della Uil dal centro storico, con parole dette in una cena privata.

«Noi stiamo facendo sforzi per il centro storico – ha detto ancora la sindaca al segretario della Uil – sapere che c’è un servizio pubblico come il vostro che se ne va e sentirsi addossare delle responsabilità non è stato bello. Il termine specifico va contestualizzato in una cena privata, non era un’offesa verso la vostra organizzazione con la quale ci sono sempre stati rispetto e stima nei rapporti istituzionali come nella contrattazione. Se tu sei orgogliosamente un coglione io sono orgogliosamente una persona vera che, nell’ambito di una cena privata, ha detto quello che si sentiva di dire».