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E’ tempo di vacanze e di turismo. In attesa dei dati sui flussi di questi mesi estivi, che saranno successivamente desunti dagli introiti della tassa di soggiorno - anche se girando in centro città e sulla scorta di quanto dichiarato dai titolari delle strutture ricettive e dai commercianti non sembra che la stagione sia particolarmente proficua - c’è un’altra tipologia di turismo che bussa alle porte: quello del Giubileo.
Siamo ad agosto, tra circa 3 mesi si apre il Giubileo 2025.
Come si sta muovendo l’assessore Silvio Franco per promuovere Viterbo e attrarre turisti nella città dei Papi?
«Premesso che, come evidenziato, i flussi turistici si valutano sulla base dei dati, e non su percezioni prive di fondamento oggettivo, la situazione di Viterbo nel 2023 e nei primi 6 mesi del 2024 si presenta molto positiva. Solo per citare un dato, nel 2023 il rapporto tra arrivi e popolazione residente ha raggiunto il valore di 2.5, superando per la prima volta il valore medio nazionale.
Senza dubbio il 2025 sarà un anno particolare per il turismo nella nostra città. Alla tipologia di visitatori che sceglierà Viterbo come destinazione indipendentemente dalla ricorrenza giubilare, si aggiungeranno i flussi rappresentati dai numerosi pellegrini in viaggio verso Roma e da coloro i quali, fermandosi nella Capitale per alcuni giorni, prenderanno in considerazione l’ipotesi di visitare qualche luogo di interesse non troppo distante dalla Città eterna».
Per Franco «va considerato, però, che tali flussi, oltre ad essere legati all’evento Giubilare e quindi non strutturali rispetto alla potenziale domanda turistica di Viterbo, sono per la maggior parte costituiti da visitatori che non rientrano pienamente nei segmenti target su cui l’amministrazione ha impostato la sua strategia di promozione turistica. Fra l’altro, si tratta di visitatori che tenderanno a rimanere a Viterbo per breve tempo, fermandosi, nella migliore delle ipotesi, per una sola notte. Pertanto, l’obiettivo rispetto a questi flussi dovrà essere principalmente quello di fornire un’immagine di città interessante e accogliente in modo da stimolarli a tornare a visitare Viterbo non come appendice di Roma ma quale destinazione turistica autonoma».
E da questo punto di vista, evidenzia l'assessore «il termalismo rappresenta una carta decisiva da giocare, perché rappresenta un plus che né Roma né altre destinazioni limitrofe possono proporre. Non a caso, il tema della promozione su Roma del sistema termale viterbese, in particolare durante tutto il 2025, è uno dei temi oggetto di confronto nel Tavolo sul termalismo che è stato proposto dall’amministrazione e che vede la partecipazione proattiva di tutti gli operatori locali del settore. La mia opinione è che gli sforzi vadano concentrati non tanto sull’attrarre i flussi cui ho fatto cenno quanto piuttosto sul riuscire a mostrare e raccontare una Viterbo attrattiva e degna di essere conosciuta e vissuta. Un simile obiettivo coinvolge non solo l’amministrazione, che deve sicuramente lavorare su decoro urbano, organizzazione di eventi ed erogazione di servizi di qualità, ma anche tutti gli operatori delle ricettività e, aspetto fondamentale, i residenti stessi che della città sono la linfa vitale».
Parlando di servizi al turista perché puntare sul Lazzaretto, situato in una zona nascosta e fuori dalle rotte turistiche, come ufficio informazioni? Poi c'è la Casa di Alfio individuata come checkpoint. Oltre a essere un'altra scelta singolare come location per un servizio al turista non è chiaro quale sia la funzione. E considerando che spesso chi viene a Viterbo è un turista “fai da te” non sarebbe più opportuno un punto informazioni in centro?
«L’idea di creare un sistema integrato di accoglienza dei turisti sull’asse Porta Faul–Lazzaretto nasce dalla strategia territoriale che è stata predisposta per il Fesr e che, a sua volta, guarda a Viterbo come città candidata a Capitale Europea della Cultura 2033. L’idea è che l’offerta complessiva della città, anche connettendosi in modo più stretto con quella del territorio circostante, spinga i visitatori a fermarsi a Viterbo per più giorni. Si tratta quindi di lavorare su tutti quegli aspetti che, opportunamente coordinati, costruiscano un’idea di esperienza turistica che per essere pienamente fruita richiede il tempo necessario. Ciò significa che gli attrattori presenti vanno messi a sistema, che la comunicazione deve essere mirata sui segmenti target e veicolare i contenuti coerenti con questa prospettiva e che i servizi ai turisti siano organizzati in modo da favorire la loro permanenza. E’ proprio in questa logica che è stato individuato un punto di accoglienza per i turisti, il check-point ‘Casa di Alfio’, e un Centro Visite – che è tutt’altra cosa rispetto a un ufficio turistico – nella ex-Chiesa del Lazzaretto».
«Il check-point, strategicamente collegato all’ingresso della città e in prossimità dei principali parcheggi - spiega Silvio Franco - avrà lo scopo di accogliere i turisti fornendo le principali informazioni sulla città, darà la possibilità di lasciare i bagagli, che potranno essere portati dai gestori presso la struttura in cui alloggiano, e di usufruire dei servizi di trasporto (navette, bike sharing, prenotazione taxi) per raggiungere agevolmente tutti i punti della città. Inoltre, i visitatori che desiderano organizzare la loro permanenza fin dal loro arrivo, verranno indirizzati o accompagnati al Centro visite. E il Lazzaretto, in qualità di Centro visite, avrà lo scopo non tanto di dare informazioni ai turisti quanto di fornire un racconto della città che trasmetta l’idea che la visita sarà una vera e propria esperienza. Così, a partire dalla suggestiva prospettiva sul Palazzo Papale e dalla narrazione della storia stessa della Chiesa all’interno delle vicende viterbesi, per proseguire con immagini, video e per finire con la visita allo shop con prodotti che testimoniano le eccellenze del territorio, si andrà a creare interesse e curiosità rispetto alla scoperta della città».
Un sistema di accoglienza che, tiene a precisare l'assessore, «ovviamente potrà contare anche su punti informativi dislocati in aree più centrali, che in parte già esistono e che andranno potenziati e integrati. Mi preme però sottolineare come vi sia una coerenza complessiva nella strategia avviata e che si pone come indicatore di riferimento non tanto il numero di arrivi turistici quanto le relative presenze. E’ ovvio che 500.000 presenze possono essere raggiunte con 500mila turisti che si fermano una notte o con 100.000 turisti che si fermano 5 notti. E’ altrettanto facile capire che la prima modalità presenti, per la sua distribuzione più concentrata in particolari periodi e per la dimensione dei flussi, degli impatti più pesanti per la città in termini di viabilità, ambiente e, in generale, qualità della vita dei residenti».
Pensando alla Pensilina che dovrebbe diventare una sorta di laboratorio della biodiversità, essendo realizzata tutta in vetro le elevate temperature estive non costituirebbero un rischio per tutto ciò che vi è contenuto? Vedi farfallario.
«L’Isola della Biodiversità che verrà realizzata nello spazio Pensilina nasce come un centro didattico, aperto a cittadini, turisti e scuole, che ha lo scopo di diffondere le conoscenze su temi legati alla biodiversità e a sensibilizzare sulla necessità di salvaguardare gli ecosistemi. Lo spazio principale ospiterà un farfallario e numerose specie di piante tropicali. Nel corridoio d’accesso troveranno posto bacheche espositive e pannelli informativi. Il funzionamento degli impianti per la climatizzazione e per il mantenimento dell’umidità dell’aria verrà assicurato dall’impianto fotovoltaico presente sul tetto della struttura. Sarà quindi un sistema a impatto zero. Oltre allo spazio per il farfallario, saranno presenti due piccoli laboratori con postazioni dotate di microscopio e lavagne multimediali. E’ un progetto di cui andiamo molto orgogliosi, perché, al di là delle potenzialità didattiche e turistiche, offrirà una testimonianza tangibile della grande attenzione che questa amministrazione pone agli aspetti ambientali e che, negli ultimi due anni, ha portato Viterbo a guadagnare una grande visibilità e reputazione a livello nazionale in questo contesto» conclude Silvio Franco.