CIVITAVECCHIA – «Le parole dell’assessore alla Pisana Pasquale Ciacciarelli sul social housing rafforzano l’importanza delle azioni intraprese dall'Ater comprensoriale di Civitavecchia che si è distinta nell'attuazione concreta della strategia individuata dalla Giunta regionale sulle politiche abitative».

Lo dice il commissario straordinario dell'ente di via Don Milani Massimiliano Fasoli dopo le dichiarazioni dell'assessore all’Urbanistica, alle Politiche abitative, alle Case popolari e alle Politiche del Mare della Regione Lazio sull'avvio del bando per il social housing da parte dell'Ater di Roma. L'assessore ha sottolineato, infatti, che si tratta di un passo importante per sostenere le nuove fasce "deboli" della società che, pur avendo un reddito medio (tra 25.000 e 49.000 euro), trovano difficoltà ad accedere al mercato immobiliare tradizionale e rischiano l'esclusione sociale. La Regione Lazio, in collaborazione con le Aziende territoriali, vuole rispondere a queste necessità attraverso bandi mirati per facilitare l'accesso a soluzioni abitative.

«Quanto evidenziato dall'assessore Ciacciarelli – continua Fasoli - descrive alla perfezione un problema quanto mai attuale, soprattutto in un territorio come quello di questo litorale dove la domanda abitativa non trova risposta anche a causa di affitti fagocitati da case vacanze e soluzioni similari. Quindi, dopo l'ampia adesione al recente bando sugli appartamenti di via Veneto, dove stiamo lavorando anche alla realizzazione di una nuova sagoma da dedicare all'edilizia sovvenzionata, questa Ater rinnova il proprio impegno nella creazione di nuove soluzioni abitative su tutto il comprensorio, in particolare su tutti i comuni del litorale che condividono queste problematiche. A Santa Marinella, ad esempio, puntiamo a replicare il modello di social housing, rivolto ai residenti, condividendo la strategia con l'assessore Ciacciarelli. E su questa linea, seguendo la rotta tracciata dalla Giunta regionale del presidente Francesco Rocca, intendiamo continuare a muoverci andando da un lato a rispondere ai bisogni sempre crescenti del territorio e dall'altro a creare soluzioni di vera integrazione sociale, abbandonando vecchi modelli ghettizzanti. La nostra speranza è che questa scelta possa essere condivisa dalle amministrazioni comunali del territorio – conclude il commissario straordinario - perché si andrebbe a creare un modello virtuoso di inclusione sociale, come accade già nelle grandi capitali europee, in modo da abbandonare i vecchi modelli isolanti che hanno fallito nel loro intento integrativo, favorendo anzi una sensazione di abbandono da parte del cittadino».