CIVITAVECCHIA - A sole ventiquattro ore dall’udienza di ieri mattina, il Tribunale del Riesame ha sciolto la riserva per i sei professionisti coinvolti nell’inchiesta ‘‘Bad doctor’’ condotta dai carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Valentina Zavatto. 

Per Gino Saladini e Giuseppe Di Iorio, in carcere dal 24 febbraio scorso, sono stati disposti gli arresti domiciliari. 



Completamente annullate, invece, le ordinanze di misura cautelare firmate dal gip del tribunale di Civitavecchia Giusi Bartolozzi per gli altri quattro professionisti le cui posizioni sono state discusse martedì: i due avvocati Roberto Abbruzzese e Massimiliano Monti, ed i medici Fabrizio Fati e Paolo Moretti. 



Come si ricorderà secondo la Procura erano tutti responsabili, a vario titolo, di aver costituito, diretto, organizzato e partecipato ad un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa, a reati di falso di vario genere commessi da privati e pubblici ufficiali e di sostituzione di persona, relativamente a presunti falsi incidenti stradali per truffare le assicurazioni. 

E proprio il vincolo associativo, su cui si era fondata la tesi accusatoria, sembra aver vacillato più di tutto il resto. Tanto da essere caduto per tutti gli indagati, compresi Saladini e Di Iorio.



«Un punto che ci fa riflettere - ha spiegato l’avvocato Daniele Barbieri, che insieme alla collega Teresa Calbi assite Di Iorio - la modifica della misura, dal carcere ai domiciliari, è già un segnale positivo per noi. Ora attendiamo di capire, con il deposito delle motivazioni, i motivi per il quali si è ritenuto comunque necessario mantenere applicata una misura cautelare. E nel caso, valuteremo quindi se ricorrere o meno in Cassazione».



«Se ci siamo rivolti al Riesame - hanno spiegato gli avvocati Ernesto Tedesco e Stefania Meoli, legali di Fati - è perché abbiamo ritenuto che l’ordinanza fosse priva dei presupposti per arrivare sia all’ipotesi associativa che dell’applicazione delle misure cautelari. Abbiamo fatto notare che, così come strutturata, era infarcita di discrasie ed errori, anche sulle date dei referti, ed arrivava ad una conclusione presuntiva. Si restituisce così l’onorabilità ad un professionista stimato». 



«Ci aspettavamo che qualcuno facesse un vaglio critico della vicenda - hanno aggiunto i legali di Moretti, gli avvocati Roberto Immediata e Floriana Gigli - l’annullamento dell’ordinanza è un risultato che ristabilisce giustizia e lenisce in parte la sofferenza ingiustificata di un professionista che non ha mai avuto problemi. Chi risponderà ora dei danni subiti? Sicuramente questa decisione dovrà far riflettere molte persone». 



Nel frattempo si attende il deposito delle motivazioni, entro i prossimi 45 giorni «per valutare - hanno aggiunto gli avvocati Patrizia Bisozzi e Bruno Forestieri legali del collega Roberto Abbruzzese - i prossimi passi da compiere e vedere come evolverà la questione. Certo, speravamo molto in questa decisione del Tribunale della Libertà, soprattutto considerata la mancata attualità della misura ed il tempo trascorso. Abbruzzese, tra l’altro, non aveva avuto contatti con gli altri indagati, ed alcuni di questi neanche lo conoscevano».



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