CIVITAVECCHIA – Tre navi ieri, altrettante domani, quattro lunedì. La stagione delle crociere sta riprendendo, con Civitavecchia che, forte del record di passeggeri dello scorso anno e pronta a tagliare un nuovo importante traguardo nel 2025, si conferma ancora una volta porta d’ingresso privilegiata per milioni di turisti diretti nella Capitale e non solo. Il 2024 si è chiuso con 3.459.238 passeggeri, con le previsioni per il 2025 che parlano di 3,54 milioni di crocieristi. E in città, in questi giorni, i crocieristi si vedono eccome. Li trovi ovunque: in fila al punto informativo di viale Garibaldi, a fotografare il Forte Michelangelo, a passeggiare spaesati lungo corso Marconi. Ma dove vanno davvero? E soprattutto: la città è pronta a quell’accoglienza che ogni anno si promette ma che fatica a concretizzarsi?

Basta fermarsi pochi minuti nei pressi dell’Infopoint per ascoltare le domande più frequenti. La prima? La Statua del Bacio, che non c’è più. Rimossa dopo la decisione dell’amministrazione giallorossa guidata da Piendibene di non rinnovare il contratto di affitto, quella statua era diventata uno dei simboli più fotografati dai turisti. Anche pochi giorni fa, una comitiva dalla Corea chiedeva dove fosse, desiderosa di uno scatto da poartare a casa. Ma alla Marina, oggi, resta solo il vuoto. Le altre richieste? La Ficoncella, le Terme di Traiano, siti ricchi e affasciannti di storia, che in altre città attirano turisti ogni giorno, ma che ancora oggi non sono facilmente raggiungibili. Infine il Santuario della Santissima Concezione al Ghetto, perché spesso chi arriva conosce bene luoghi e storia e sa bene cosa vuole andare a vedere. E se questo è l’identikit del crocierista che sbarca a Civitavecchia e non ha intenzione di andare a Roma, salta all’occhio ancora questo girare spesso senza meta tra il centro storico, la Marina e corso Marconi.

Le indicazioni scarseggiano, i percorsi pedonali non sono adeguati, la segnaletica è insufficiente. A mancare è una strategia. Una visione urbana che consideri l’afflusso crocieristico non solo come un dato economico, ma come un’opportunità di crescita culturale e turistica condivisa. E intanto, mentre il porto viaggia spedito verso nuovi record, la stazione ferroviaria arranca, inadeguata a reggere il volume di passeggeri che si riversa quotidianamente sui binari. Civitavecchia accoglie, sì. Ma senza ancora saperlo fare davvero.

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