«Bisogna seguire il nome di Rosa, non usarlo». Lo ha detto il vescovo Orazio Francesco Piazza accogliendo ieri pomeriggio sul sagrato della Cattedrale il cuore della Santa portato in processione dai facchini e dal Corteo storico.

«Il mondo di oggi - ha detto - chiede riflessione, perché viviamo in modo superficiale e distratto dalle forme. Tutto è apparenza. Proprio in questa piazza qualche settimana fa un ragazzo si è suicidato (il riferimento è a Abul Basar Matubbar ndr.), eppure anche questo sembra essere passato inosservato. La vita di oggi ha bisogno del cuore di Rosa: nelle istituzioni, al lavoro, nelle famiglie e nella società. Un cuore vero, coerente, che sa spendersi, che non si nasconde, che non cerca forme intermedie ma sa essere trasparente».

Si è detto commosso dai minifacchini che hanno lo sguardo proteso verso i valori. E, a proposito di valori ha citato il rispetto, la dignità la coerenza e il pudore che «oggi si sono persi».

«Usare il nome di Rosa è facile ma bisogna seguire il suo nome. Rispetto, dignità e pudore - ha proseguito il vescovo - oggi si sono persi. Serve parlare chiaro ai giovani ma bisogna farlo camminando sui sentieri di Rosa».Sebbene non abbia fatto alcun riferimento esplicito nel suo discorso, la mente è andata al Santa Rosa festival in programma a Pratogiardino che, nel pubblicizzare una serata, ha usato le immagini “hot” dei balli latinoamericani associandole al nome della patrona. Una scelta che ha sollevato diverse critiche.

La processione è poi ripartita seguendo il percorso inverso: da piazza San Lorenzo al monastero di Santa Rosa.

Il cuore della patrona è stato portato a spalla dai facchini, seguiti dai minifacchini, dalle confraternite, dalle congregazioni, dai sacerdoti e religiosi, dai boccioli, dalle rosine e dai musici. Oltre trecento in tutto i figuranti del corteo storico.

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