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S. MARINELLA – Stanno diventando motivo di contenzioso tra l’associazione Pro Vita e l’amministrazione comunale, i manifesti apparsi sui muri della città in cui si intravedono volti di bambini e adolescenti con uno zaino scolastico sulle spalle, che campeggiano nella nuova campagna nazionale di affissioni lanciata da Pro Vita e Famiglia di Santa Marinella, per chiedere una legge che impedisca lo svolgimento di qualsiasi progetto sulla fluidità di genere in aula. Il consenso informato preventivo dei genitori su ogni attività sensibile, la possibilità per le famiglie di poter esonerare i propri figli dai corsi gender è infine lo stop agli attivisti Lgbtq nelle scuole. Sono queste le richieste del Circolo cittadino di Pro Vita e Famiglia. “Ogni giorno riceviamo segnalazioni da parte dei genitori di attivisti Lgbt, spesso travestiti da presunti esperti, che entrano nelle classi per parlare di transizione di genere. Le scuole italiane si stanno trasformando in enormi campi di rieducazione ideologica di massa e questo avviene tramite la sistematica esclusione delle famiglie”. “Non posso esimermi dal dichiararmi palesemente contraria ai manifesti apparsi per la nostra città – dice la consigliera comunale Maura Chegia - inneggianti una presunta tutela dei nostri figli rispetto teorie gender che solo loro hanno visto, in sogno, invadere gli istituti scolastici. Forse perché la libertà individuale è il loro incubo, se lo sognano anche di notte e al mattino partoriscono questi manifesti lontani anni luce dalla realtà. Come già successo nel 2022, approfondendo la legge 156 del 2021, trovai che gli stessi sono fuorilegge perché propongono messaggi sessisti, lesivi e soprattutto perché non sono realistici. Sfido chiunque abbia un figlio in età scolare a non riconoscere che nulla e nessuno possa entrare in classe senza che i genitori lo abbiano autorizzato preventivamente. Pertanto sono manifesti faziosi che utilizzano la paura di trovarsi in una situazione surreale per creare odio e discriminazione verso chi a scuola non ci entra se non autorizzato dagli stessi che presumibilmente possono non volerli. Quei manifesti sono niente, ma un niente pericoloso che incita odio”.