Un fermo “no” di Coldiretti Viterbo alla realizzazione di due nuovi impianti fotovoltaici a terra nella Tuscia previsti a Montefiascone e Cellere della potenza di 42,7 Mwp in località Pozza e Spessitella e della potenza di 75 Mwp nel comune di Cellere. Via libera dunque agli espropri di circa 100 ettari di terreni suddivisi tra 10 comuni della Tuscia.

«Siamo seriamente preoccupati – spiega il presidente della federazione provinciale, Mauro Pacifici – nelle aree interessate dai nuovi progetti, sono presenti produzioni di pregio con denominazione di origine e indicazione geografica».

Tra queste l’abbacchio romano Igp o l’agnello del Centro Italia Igp, la mortadella di Bologna Igp, la nocciola romana Dop, il vitello bianco dell’Appennino centrale Igp, l’Olio extravergine di Olivia Tuscia Dop e ancora il Pecorino Romano Dop e il Pecorino Toscano Dop, così come i salamini italiani alla cacciatora Dop, i vini Doc Colli Etruschi Viterbesi ed Est! Est!! Est!!! di Montefiascone oltre al vino Igt Lazio. «Coldiretti Viterbo è da sempre contraria al consumo di suolo agricolo produttivo per la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra – prosegue Pacifici -. Una situazione che ha causato enormi speculazioni della valorizzazione di affitti e costi dei terreni, oltre a contenere la produzione agricola, sfavorendo la sovranità alimentare. Il comune di Viterbo ha una superficie agricola importante, che rischia di perdere la sua potenzialità produttiva con una conseguente perdita di una economia locale con indotto e posti di lavoro di grande valore». Secondo i dati Ispra nella Tuscia è presente il 78,08% di pannelli solari e centrali eoliche, collocando così al quinto posto in Italia per produzione di energia solare, mente a Latina si raggiunge il 13,07% e a Roma il 6,58%, per arrivare all’1,64% di Frosinone seguito Rieti, dove è pari a zero. «E’ urgente intervenite per correggere questa situazione – continua Pacifici -. Ribadiamo il nostro impegno a condividere il massimo sforzo possibile per conseguire gli obiettivi di un’agricoltura circolare e ad impatto climatico zero, ma condizione essenziale resta quella di fermare la frammentazione del territorio. Così come ribadiamo che non siamo assolutamente contrati alle energie rinnovabili e anzi, siamo certi che possano contribuire allo sviluppo della dimensione multifunzionale delle imprese agricole, come nel settore del biogas-biometano, che ha conosciuto un’importante accelerazione verso la transizione energetica. Non siamo contrati all’uso del fotovoltaico, ma abbiamo proposto soluzioni alternative per superare questo problema, come quella di installare i pannelli solari sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole».