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CIVITAVECCHIA – Grande partecipazione al consiglio comunale aperto sul phase out della centrale Enel di Tvn, la cui chiusura è prevista entro la fine del 2025. L’aula Pucci si è riempita come non accadeva da tempo: lavoratori, aziende, associazioni, cittadini, politica e istituzioni si sono confrontati per oltre cinque ore su un tema cruciale per il futuro del territorio. Al centro del dibattito, il ruolo del MASE, chiamato ripetutamente a fornire risposte chiare e certe.
IL SINDACO PIENDIBENE Ripercorrendo quanto svolto in questi mesi e ribadendo i “compiti” svolti dall’amministrazione comunale, sintetizzati nell’identificazione delle aree di espansione industriale, lo studio sull’allargamento della Zls ed eventuale sovrapposizione con le aree soggette a contributi di Stato art. 107, ed identificazione di aree alternative per delocalizzare i 37 ettari del bosco Enel, rendendolo fruibile alla cittadinanza, il sindaco Marco Piendibene ha evidenziato come questo consiglio sia stato necessario, visto il recente impulso su molti aspetti, a partire dalla manifestazione di interesse pubblicata dal Mimit per Civitavecchia, e ha ribadito l'importanza di utilizzare il tempo che separa Civitavecchia dai futuri insediamenti industriali per impiegare le maestranze in difficoltà nello smantellamento dei gruppi esistenti. «Oggi servono risposte immediate e devono arrivare da Enel - ha spiegato - che ha il dovere di presentare un cronoprogramma chiaro per lo smantellamento della centrale, una volta ricevute dal MASE le indicazioni sulla convenzione ambientale. È necessario che il Ministero stesso acceleri i tempi per fornire risposte certe, perché il territorio non può permettersi ulteriori ritardi».
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IL GOVERNO E LA POLITICA Il deputato Alessandro Battilocchio ha ribadito la sinergia istituzionale in atto e il riconoscimento della specificità della situazione di Civitavecchia e Brindisi a livello nazionale. Ha confermato che il commissario sarà il punto di raccordo per l’accordo di programma, mentre l’eolico offshore potrebbe rappresentare un’opportunità concreta. Mauro Rotelli ha evidenziato come la crisi possa trasformarsi in un’occasione per creare un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Ha sottolineato la necessità di portare avanti il confronto con Enel per garantire la realizzazione degli impegni presi. La vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli, ha riconosciuto il clima di forte preoccupazione, assicurando il massimo impegno della Regione. «A brevissimo verrà nominato il commissario di Governo - ha ricordato - che è utile come coordinamento tecnico amministrativo, per velocizzare le procedure. Il Mase è attore protagonista decisivo, ma deve cambiare passo e dare risposte chiare. Non vogliamo forzature, ma garanzie e capire cosa si può fare per questa città. Civitavecchia deve inoltre essere protagonista anche di uno sviluppo logistico, non dobbiamo rinunciare a questa vocazione. Come Regione chiederò un incontro al Mase e cercherò di favorire, alla mia presenza, un incontro tra Mase ed Enel anche sui 36 ettari di bosco. Ad Enel, infine, lancio un appello alla massima collaborazione, senza fratture con il territorio». Interventi anche dei consiglieri regionali del territorio. Emanuela Mari ha parlato di "momento storico" per la città e il territorio, criticando Enel per la mancanza di investimenti su Civitavecchia. Ha chiesto che l'azienda non abbandoni il territorio senza un progetto concreto. Marietta Tidei ha sottolineato che gli impegni presi da Enel in fase di transizione non sono stati rispettati. Ha denunciato il taglio del budget per le manutenzioni e il ricorso alla cassa integrazione per decine di lavoratori, esigendo maggiore responsabilità da parte dell’azienda.
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ENEL Il responsabile delle relazioni esterne di Enel, Fabrizio Iaccarino, ha difeso le scelte dell’azienda, spiegando che la chiusura anticipata della centrale non è stata una decisione unilaterale, ma dettata dalle nuove condizioni del mercato energetico. La vita della centrale sarebbe stata più lunga senza l’intervento del Governo. Ha ricordato che Enel ha avviato programmi di riconversione e attrazione di investimenti, ma ha ammesso che la riduzione della produzione ha inevitabilmente ridotto il lavoro di manutenzione. «Nel 2024 Tvn su 8000 ore ha prodotto 900 ore, circa 30 giorni effettivi - ha sottolineato - consapevoli di questo momento già da diversi anni abbiamo accompagnato le imprese a qualificarsi, promuovendo anche corsi di formazione». In attesa però di una data certa per la chiusura, Enel ha confermato l’impegno per lo smantellamento della centrale una volta ottenute le autorizzazioni necessarie, cercando di coinvolgere al massimo le imprese e la manodopera locale. Tuttavia, molti presenti si aspettavano risposte più chiare e definite.
SINDACATI E IMPRESE Patrizio Scilipoti (CPC) ha chiesto con forza progetti concreti e soluzioni che vadano oltre la cassa integrazione. «Servono soldi, lavoro e progetti subito attuabili», ha dichiarato. Maurizio Iacomelli, a nome del coordinamento delle imprese, ha parlato di "deserto occupazionale" e ha chiesto risposte urgenti dal MASE, accusato di non aver ancora chiarito il futuro della centrale. Ha rilanciato il tema del progetto Enel Logistics e del necessario reskilling dei lavoratori. Roberto Bonomi (Usb) ha evidenziato il problema della mancanza di incentivi pubblici per attrarre investitori, mentre Fabio Pagliari (Unindustria) è entrato nel dettaglio dei progetti già presentati: quello sull’automotive, quello sulle rinfuse e quello di economia circolare, soffermandosi in particolare su quest’ultimo, quello di «Myrechemical da 700 milioni di euro - ha spiegato - gli uffici del Comune lo stanno analizzando. Sarebbe folle farselo scappare perché coinvolgerebbe tutta la filiera elettromeccanica del territorio».
TIMELINE E PROSSIMI PASSI Il 28 aprile scadrà la presentazione della manifestazioni di interesse al bando pubblicato dal Mimit. Collegata da Roma, il funzionario Paola Capone ha spiegato come «a chiusura della manifestazione di interesse, il comitato coordinatore avvierà uno studio di fattibilità. Auspichiamo - ha detto - che vengano presentati progetti importanti per il rilancio del territorio, come occasione di crescita e sviluppo. A seguito dello studio di fattibilità si procederà con la predisposizione dell’accordo di programma. Questi sono i due passaggi fondamentali». Nel frattempo il Mase è chiamato a sciogliere i nodi più critici, a partire dalla tempistica di chiusura della centrale e dagli strumenti per la riconversione industriale. Le prossime settimane saranno decisive per capire se l’accelerazione richiesta dalle istituzioni locali porterà finalmente a risultati concreti.
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