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CERVETERI – Hanno respinto ogni tipo di accusa i giovani convocati nella caserma della Polizia locale di via Friuli dopo il caso delle gare clandestine sul lungomare. Gli interrogatori sono iniziati in seguito l’inchiesta aperta dalla Procura e c’è già un colpo di scena dato che i ragazzi coinvolti avrebbero raccontato ai vigili urbani di non aver scommesso soldi e persino di non aver organizzato delle corse abusiva in via Navigatori Etruschi, a Campo di Mare. Eppure quanto accaduto era stato documentato in modo scrupoloso dai cittadini del Controllo del Vicinato. In più – come confermato più volte dal comandante della Polizia locale, Cinzia Luchetti e dal primo cittadino di Cerveteri, Elena Gubetti – a supporto delle attività investigative sono da allegare pure i video degli impianti di videosorveglianza pubblici posizionati in via Navigatori etruschi e nelle altre zone limitrofe. Telecamere che appunto hanno immortalato il passaggio di auto a folle velocità sul lungomare sia in versione solitaria che durante alcuni sorpassi azzardati e ad almeno 200 chilometri orari. Resta da capire ora cosa diranno gli altri giovani, tutti tra i 20 e i 25 anni e residenti tra Cerveteri e Civitavecchia. La palla passerà ora alla magistratura per accertare le loro responsabilità. Oltre al reato di competizioni sportive su strada non autorizzate, potrebbe figurarsi il reato di scommesse clandestine. Rischiano il ritiro della patente, oltre a multe salate. Parallelamente alle indagini il comune cerveterano ha avviato l’iter per la collocazione di dossi proprio in via Navigatori Etruschi: la soluzione forse più logica per impedire nuove corse e scongiurare fenomeni emulativi da parte di altri giovani. Il sindaco cerveterano si è espresso sulla vicenda giorni fa non credendo alla teoria della “ragazzata”. «Quanto avvenuto è molto grave – sono le parole pronunciate da Gubetti -. Sono tutti giovani e giovanissimi che hanno trasformato in un circuito di Formula Uno il nostro lungomare, tra l’altro davvero a pochissimi passi dalle abitazioni. Questa non è una bravata adolescenziale, ma un potenziale atto criminale».
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