TARQUINIA - «Comportamento manifestamente incauto in violazione degli obblighi di servizio». Con questa motivazione la Corte dei Conti, con sentenza risalente allo scorso 23 novembre, ha condannato per danno erariale quattro dirigenti della Asl di Viterbo, tra i quali l’attuale direttore generale Daniela Donetti. Al centro della vicenda i noti fatti legati all’ammanco di circa 44mila euro verificatosi nei tre anni che vanno dal 2011 al 2014 presso il Cup dell’ospedale di Tarquinia, all’epoca dei fatti operante sotto la responsabilità dell’ex consigliere dell’Università Agraria Attilio Boni. Proprio Boni risulta tra i quattro condannati dalla magistratura contabile. Secondo quanto stabilito dalla Corte dei Conti, la Donetti, responsabile Uoc accreditamenti, convenzioni contratti e servizio ispettivo dal 20 giugno 2013 al 10 novembre 2014, dovrà rimborsare 270 euro. Attilio Boni, all’epoca dei fatti appunto responsabile del Cup dell’ospedale di Tarquinia, dovrà rimborsare 3.174 euro. Italo Moriggi invece dovrà consegnare 3.444 euro, in qualità di responsabile del controllo dello stesso Cup, tuttora in carica. Massimo Foglia dovrà invece restituire 3.174 euro, in qualità di direttore dell’Accsi nel periodo degli ammanchi. Assolta invece la ex direttrice sanitaria della Asl Marina Cerimele. Anche lei era stata citata in giudizio perchè responsabile dell’Accsi prima della Donetti, uscendo tuttavia indenne dall’indagine. Tra gli ammanchi di cassa contestati quello più sostanzioso risale al 2011 ed è pari a 41.269 euro (risultante dalla sommatoria dei riepiloghi), decisamente più basso quello del 10 ottobre 2012 pari a 424 euro; più corposo quello del giugno 2014 per 2.164 euro per un totale di 43.858 euro ai quali vanno sottratti i 900 euro di copertura assicurativa previsti con la Fondiaria spa.



Secondo la Corte dei Conti, la Donetti «non puó essere chiamata a rispondere in una misura percentuale parametrata alla complessiva somma degli ammanchi, ossia relativamente agli ammanchi antecedenti all’assunzione della carica, ma solo relativamente all’ammanco di 2.164 euro verificatosi durante il suo incarico».



Il fatto che invece l’allora dirigente dell’Accsi «con colpa grave non abbia posto alcuna utile iniziativa volta a modificare la deprecabile prassi operativa di gestione degli incassi provenienti dal Cup di Tarquinia come emerso dal verbale di audizione personale del 1 dicembre 2015 presso la Guardia di Finanza di Tarquinia in cui la convenuta ha affermato di essersi affidata ai suoi collaboratori che le avrebbero riferito dell’esistenza di specifiche procedure interne regolarmente osservate, la rende invece pienamente responsabile del danno erariale di 2.164 euro conseguito all’episodio criminoso del 15 giugno 2014».