S. MARINELLA - In alcune zone di Santa Marinella non arriva l’acqua. La denuncia è di Clelia di Liello, della coalizione Futuro, che richiama la giunta Tidei ad un rapido intervento.

«Ci sono delle questioni che vanno risolte insieme, grazie alla collaborazione tra enti che presiedono servizi diversi - afferma la Di Liello - In questi casi il Comune deve stare dalla parte dei cittadini e sostenerne i bisogni, soprattutto quando sono bisogni primari come l’acqua. Il caso riguarda numerosi cittadini che vivono in un tratto dell’Aurelia, più o meno all’altezza delle villette a gabbiano, e in alcune traverse limitrofe, come via Leonardo da Vinci, dove dal 5 agosto 2024 non arriva l’acqua. Dopo qualche mese di altalenante funzionamento del servizio idrico, la Rete Ferroviaria (RFI), che serviva questa zona, interrompe senza preavviso il servizio idrico. Decisioni come queste dovrebbero essere concertate in modo che lo stato di necessità provocato possa essere prontamente risolto da altra soluzione, il passaggio in questo caso da RFI ad Acea che serve tutto il territorio di Santa Marinella e Santa Severa. Ma ciò non è accaduto. Inoltre in via Leonardo da Vinci, la questione è stata aggravata dal fatto che la strada, dalle mappe catastali mai aggiornate dal Comune, risultava privata e quindi l’Acea non era tenuta ad effettuare l’allaccio che, in tal caso, sarebbe dovuto essere stato completamente a carico dei residenti. Solo tardivamente con l’avvenuta certificazione di strada pubblica, gli abitanti di via Leonardo da Vinci hanno potuto risolvere il problema pagando parzialmente il lavoro con una cifra non certo modesta di circa 9500 euro da dividere in 4 utenze. Nonostante ciò, l’acqua non arriva non solo in via Leonardo, ma sull’intero tratto dell’Aurelia indicato. Cosa è successo?»

«Sono quelle storie da incubo in cui i cittadini rimangono intrappolati - sottolinea Clelia di Liello - Su Facebook, una cittadina interessata dice di essere da maggio, ancor prima della disdetta del servizio da parte di Rfi, “una scheggia impazzita” che va da un ufficio comunale all’altro con interlocuzioni continue con Acea senza ottenere alcun tipo di soddisfazione. A distanza di quasi un anno questi cittadini sono privi di acqua e si arrangiano con pozzi privati la cui acqua non è potabile. Non è stato concesso loro il servizio idrico a prezzo calmierato che alcuni avevano richiesto, né tantomeno hanno ottenuto l’accesso al servizio di rifornimento idrico con autobotte che tutti i Comuni sono obbligati a mettere a disposizione dei cittadini in stato di necessità mentre si sono sentiti dire di autorifornirsi con delle taniche presso due fontanelle comunali per altro distanti chilometri dalle loro abitazioni».

«Non si sa cosa ostacoli davvero la soluzione di un così grave problema – prosegue la Di Liello - Il Comune dice che la responsabilità riguarda Acea che non provvede a ultimare i lavori, Acea risponde di avere bloccato i lavori perché il Comune intende rifare l’intera rete idrica e quindi sono in affanno in progettazione e in realizzazione. Noi non entriamo nel merito della questione che è un vero e proprio ginepraio, ma intendiamo dare voce al malessere dei numerosi cittadini che abitano quella zona e che non sanno più dove sbattere la testa perché rimpallati da un ufficio all’altro. E pensiamo che tutti i lavori vadano programmati con ragionevolezza riducendo al massimo i disagi ai cittadini. Non possiamo esimerci dal sottolineare che storie come queste, ai limiti della disperazione, sono storie di mala amministrazione indipendentemente dalle specifiche responsabilità degli enti. Un’amministrazione seria deve prendere a carico il disagio e il malessere dei suoi cittadini e dare seguito a soluzioni anche facendo pressione su chi di dovere. E’ fatto obbligo agli enti, soprattutto se erogano servizi essenziali, di dialogare. Più frequentemente invece osserviamo un’ amministrazione che si autoassolve perché il problema non dipende dagli uffici comunali e un sindaco interessato più alle grandi opere in corso che alla vita quotidiana dei cittadini. Eppure un governo comunale dovrebbe avere a cuore in primo luogo le esigenze dei cittadini: la viabilità, la pulizia e la sicurezza delle strade, la creazione di spazi pubblici, la difesa dei beni comuni, le spiagge libere a disposizione di chi non può permettersi l’ombrellone, il mare e la cura del verde. E ovviamente la garanzia dei bisogni primari».

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