La passione di Cristo andata in scena venerdì in piazza San Lorenzo ha emozionato i viterbesi presenti.

Come da tradizione, anche quest’anno nella sera del venerdì santo, davanti a palazzo dei Papi sono stati rappresentati i momenti salienti della crocifissione in una rappresentazione che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di figuranti, tra giovani, adulti e intere famiglie. Quest’anno, in occasione del Giubileo, i testi sono stati rivisitati per l’occasione con un focus sul tema della “speranza”. Sono stati interpretati da Stefano Nazzaro, Piermaria Cecchini, Paolo Manganiello, Eugenio Mandolillo, Alessandro Braccini, Francesco Ratano, Maria Paola Mascellini e Andrea Forti. La narrazione ha posto particolare attenzione ai personaggi di Giuseppe d’Arimatea, Maria di Magdala e il Centurione, evidenziando il loro percorso di conversione e la rinascita della speranza attraverso la Resurrezione di Cristo.

La rappresentazione è stata preceduta dalla processione del Cristo Morto partita dalla chiesa del Gonfalone.

In testa il vescovo Orazio Francesco Piazza.

La confraternita del Gonfalone, gli Araldi della Madonna del Carmelo e i portatori della Madonna Liberatrice hanno sorretto a spalla le statue del Cristo morto e della Madonna Addolorata.

Ad accompagnare la processione, che ha attraversato il centro storico fino alla basilica cattedrale, la banda cittadina “Musichiamo”.

In piazza Fontana Grande la processione ha incontrato i fedeli ortodossi della vicina chiesa di san Callinico di via Saffi. Il vescovo Piazza e il rappresentante della comunità ortodossa Stefano Bobita Vasile hanno pregato insieme, recitando alcuni versi del Vangelo.

Al termine della processione il vescovo Piazza ha sottolineato come «camminare insieme è simbolo del legame che dobbiamo seguire con tutte le forze. L’amore è l’unica cosa che può trasformare il dolore, il dolore di una madre che vede crocifisso suo figlio. Ognuno di noi porta la croce nella vita e chiodi sono le difficoltà che si incontrano. Non spaventiamoci delle prove della vita, affrontiamole con grande disponibilità interiore».

È stato un momento di profonda riflessione e spiritualità per la comunità.