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CIVITAVECCHIA – Bellissima la processione, ottima come sempre l’organizzazione da parte dell’Arciconfraternita del Gonfalone, ma qualcosa non è andato, ieri sera, in città. Lo hanno lamentato tanti cittadini e lo ha confermato la delegata alle tradizioni Roberta Galletta, che ha sintetizzato quelle che sono state le criticità, promettendo cambiamenti per il prossimo anno.
«La Processione del Venerdì Santo è patrimonio Immateriale della nostra Comunità, dove si uniscono memoria, fede e tradizione, che insieme formano l'identità di una comunità, è una manifestazione in cui il tempo si ferma per fare pregare in mezzo a tanta bellezza, nel cuore del centro storico della nostra Civitavecchia, a Piazza Leandra, da dove prende vita – ha spiegato – quella di ieri sera è stata veramente bella, con tanti figuranti, tanti bambini, tanti religiosi, la politica locale, regionale e nazionale, le autorità militari, le forze dell’ordine e i volontari di tante associazioni che si occupano sempre della sicurezza della nostra città, insomma davvero tutti. È stato anche conferito dal nostro sindaco Marco Piendibene all’Arciconfraternita del Gonfalone il marchio Deco, qualcosa di veramente unico, quindi veramente un riconoscimento a tutti i livelli. Mi ha molto colpito la compostezza e l’educazione di tutte queste persone che ho letto come un bel segnale dato alla nostra città. Bella la partenza tutti insieme senza l'incolonnamento che in passato avveniva poco per volta si via Trieste. Ho apprezzato tutto questo restando ai margini, seguendo la processione parallelamente, tra il pubblico come faccio ormai da anni, per garantire la diretta e fare qualche foto».
«Però ci sono delle cose che non mi sono piaciute proprio per niente, e che accadono ormai da almeno dieci anni ogni volta che esce la processione del Venerdì Santo e che nessuno vuole in realtà davvero affrontare e risolvere, nonostante l’impegno immenso che la Curia, i religiosi, l’Arciconfraternita del Gonfalone e tutti i volontari mettono per far si che questo bellissimo evento prenda forma e diventi più di un appuntamento con la tradizione, la fede e la preghiera – ha quindi spiegato Galletta – le espongo, proponendo ovviamente delle soluzioni. Condivisibili o no, ma sempre proposte perché sto esplodendo e non riesco a fingere che vada sempre tutto bene. È davvero brutto e irrispettoso assistere al passaggio dei penitenti che con grande difficoltà vanno a piedi, portano le catene e la croce, alle altre persone che pregano con il Vescovo e tutto il Clero, tutte le persone fedeli che stanno in raccoglimento, mangiare a quattro ganasce sui tavoli allestiti al bordo della strada a via Cencelle dove transita la processione e bere spritz, gustandosi lo spettacolo che ricordo essere sacro e non la fiera dei mercatini di quart’ordine. Direi che si può, e non potrebbe, ordinare la chiusura serale dei locali che insistono sul percorso della processione rimborsandoli per le mancate entrate con un grosso sconto sulla Tari. Non sarebbe meglio per tutti? Corso Cencelle e le altre vie erano illuminate a giorno perché tutti i commercianti hanno lasciato le insegne accese. Bastava per una sera spegnere tutto, non cascava il mondo, come dovevano essere spenti i lampioni stradali. Immaginate la bellezza dell’atmosfera che si sarebbe creata con la processione illuminata solo dalle luci delle fiaccole, delle luci dei carri e perché no, cosa più importate di tutti, dalla luce della fede. Non si può asfaltare parte del percorso tre giorni prima non pensando alle conseguenze per i penitenti che camminano a piedi. Basta solo avere l'accortezza e la sensibilità si fare le cose con una leggera lungimiranza, neanche poi tanta. Il percorso della Processione, mi permetto di suggerire, non si può far passare dentro al Ghetto, dove ci sono una quindicina tra locali e pizzerie e dove ovviamente è difficile creare l'atmosfera. Perché andare a crearsi ulteriori problemi? Infine le transenne a piazza Leandra, bella l’idea di creare uno spazio di sicurezza per il corteo della processione ma questo ha impedito a tantissime persone di vedere l’arrivo della processione. La soluzione potrebbe essere quella di liberare, temporaneamente, la piazza dagli ulivi e dalla strutture che, ricordo, devono essere amovibili per legge, dei due locali che insistono nella stessa piazza. Possiamo fare la processione più bella del mondo, pregare in raccoglimento, fare di tutto e di più. Però se manca la comunità non serve a niente. Io da decenni insisto su questo aspetto. Insito e nonostante il muro di gomma che sto incontrando – ha concluso – vado avanti. Vediamo un po' chi si stufa prima. Buona Pasqua».