CIVITAVECCHIA - Tutte le inchieste che negli ultimi due anni e mezzo hanno riguardato il porto di Civitavecchia, in qualche modo sono unite da un sottile filo che porta ai soci (oggi ex soci, dopo l’arresto di Moscherini che ha obbligato la società a cambiare il proprio assestto proprietario e amministrativo) della Gbu Corporation, l’azienda che dalla sua costituzione, avvenuta a fine 2012, fino ai mesi scorsi, quando Gianni Moscherini è stato arrestato su ordine della Procura della Repubblica di Civitavecchia, ha avuto proprio nell’ex Sindaco il suo dominus. Prima senza che neppure apparisse nella compagine societaria, pur avendovi di fatto, come relazionato dalla polizia giudiziaria al Sostituto Procuratore della Repubblica Lorenzo Del Giudice, un ruolo forte fin dall’inizio. 



Tanto che il suo delfino, l’ex assessore Vincenzo De Francesco, confidò allo zio Roberto Piroli, titolare dell’Imca, dalla cui ‘‘costola’’ nacque la Gbu, di volerlo nominare direttore generale della società. In realtà, poi a Moscherini (tramite la sua ditta personale GM & Partners) venne affidata una consulenza nel campo della carpenteria metallica, un settore peraltro in cui il pur eclettico Moscherini non aveva alcuna esperienza e che invece costituiva, grazie al personale altamente specializzato confluito dalla Imca, il fiore all’occhiello della stessa Gbu.



Insomma, un contratto da 2500 euro mensili, oltre al 2% dei ricavi della società (che ottenne poi appalti milionari in Enel) che configura una consulenza difficilmente giustificabile nell’oggetto. Ad ogni modo, è quando Moscherini alla fine del 2013 viene nominato amministratore unico della società, acquisendo le quote della compagna di De Francesco (il 70% del capitale sociale, pagato solo sulla carta con un assegno poi strappato dallo stesso Moscherini, secondo quanto risulta alla polizia giudiziaria) che il quadro cambia repentinamente.



Intanto, i Piroli vengono - secondo la denuncia che presenteranno in Procura - estromessi dalla società: le figlie vengono licenziate e tra Imca e Gbu viene rotto ogni rapporto. Moscherini assume il controllo dell’azienda dal primo gennaio 2014 e dopo un paio di mesi cede le sue quote all’imprenditore cinese Weiming Jin, che diviene il socio di maggioranza con il 50% del capitale.



Dopo la qualificazione ultra-veloce, nonostante la mancanza ad esempio di una officina attrezzata (quella esistente rimase di proprietà della Imca), dopo il primo dubbio subappalto ricevuto di cui si è parlato nei giorni scorsi, nel 2013 la società vinse il suo primo appalto con Enel, con una offerta di 1.444.984,80, peraltro molto curiosamente identica  al centesimo a quella della società che si aggiudicò il secondo lotto dell’appalto e di soli 3000 euro tondi divesa da quella della vincitrice del terzo lotto. Come detto, nei mesi successivi Moscherini diviene amministratore unico e, secondo quanto scrive la polizia giudiziaria al sostituto procuratore Del Giudice, la Gbu amministrata da Moscherini non sarebbe neppure stata compatibile con appalti Enel fino a maggio 2015, in quanto lo stesso è stato Sindaco di Civitavecchia fino al 2012 e la clausola sul conflitto di interesse della stazione appaltante per chi ha ricoperto una carica da amministratore pubblico è relativa agli ultimi tre anni precedenti la gara stessa.



Le indagini del Nipaf (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale) si concentrano proprio su questo punto e sul fatto, molto molto singolare, che in alcuni tabulati acquisiti dalla polizia giudiziaria, sia riportata, relativamente  alla predetta gara, una tabella scritta a mano con le riduzioni da praticare ed una ‘‘ipotesi di aggiudicazione’’ dei 3 lotti della gara, con una ripartizione tra 3 società, rispondente a quelle che poi sono state le effettive aggiudicazioni, con gli importi identici di cui sopra. Una circostanza che in qualche modo potrebbe fare il paio con quanto denunciato recentemente da Enel alla Procura della Repubblica di Roma. La spa elettrica, secondo quanto dichiarato recenemente dal responsabile dell’ufficio acquisti al tavolo dello sviluppo convocato in Comune, è stata costretta infatti a bandire una nuova gara per alcune manutenzioni a Tvn, essendo venuta a conoscenza del rischio che fosse venuta meno la regolarità della gara e la concorrenza tra i partecipanti. In sostanza, Enel ha denunciato alla Procura l’ipotesi di una ‘‘spartizione’’ a tavolino dell’appalto tra i partecipanti, che erano ditte locali, fra cui la stessa Gbu. Su questi fatti è aperto un fascicolo a piazzale Clodio.