CIVITAVECCHIA - Un cartello di bentornato appeso al cancello di casa, tante lettere dei nipoti, l’abbraccio della famiglia, il calore degli amici e di quanti, in questi mesi, si sono tenuti costantemente informati. Non per una mera curiosità, quanto piuttosto per l’affetto che ha saputo conquistarsi nel corso del tempo. È tornato a casa, dopo due mesi di ospedale, il dottor Giuseppe Dimito, colpito da un infarto a fine giugno scorso. Provato, certo, ma con una consapevolezza maggiore, a 360 gradi. Perché lo conferma lui stesso, affiancato dalla moglie Letizia. È un miracolo il suo. “Voglio rassicurare quanti si sono preoccupati per me in questi mesi – ha spiegato, non volendo entrare nel dettaglio di quanto accaduto – sto bene, mi hanno rimesso in buone condizioni e dopo un adeguato periodo di convalescenza e recupero potrò tornare a lavoro”. Certo, è consapevole Dimito che potrà farlo in una maniera più equilibrata, ma si è detto pronto a tornare ad essere a disposizione, come sempre ha fatto, “almeno finché – ha aggiunto – il tempo e l’età non mi metteranno a riposo”. Sono stati oltre 2500 i messaggi, soltanto su Facebook, inviati al dirigente dell’Endoscopia del San Paolo. “Non sono riuscito neanche a leggerli tutti” ha confermato, spiegando di aver voluto scrivere un post proprio sul social, dopo soli tre giorni dalla delicata operazione avvenuta al Policlinico Gemelli di Roma, una volta resosi conto che quanto era accaduto era diventato un fatto pubblico. “Da un lato è stata una piacevole sorpresa per Dimito, una conferma dell’affetto di tanti; dall’altro però, proprio facendosi sentire lui stesso dopo soli tre giorni, ha provato a tranquillizzare tutti, come a chiedere un po’ di tranquillità, per sé e la sua famiglia, nell’ancora più delicato percorso post operatorio, che lo ha visto prima ricoverato presso la terapia intensiva coronarica del Gemelli, poi nel reparto subintensivo e infine in quello di terapia e riabilitazione. Ed oggi Dimito vuole sottolineare la buona sanità, ringraziando tutto lo staff del Gemelli, i professori Antonio Rebuzzi, Tommaso Sanna, Mario Trani, Eleonora Santucci, Giovanni Schiavoni ed il giovane medico che ha materialmente eseguito l’intervento, il dottor Massimo Montone. «Grazie ai medici, agli infermieri, a tutto il personale - ha aggiunto Dimito - agli specializzandi, in particolare Stefano Gangemi, che mi sono stati costantemente vicini, rendendo il ricovero più tranquillo e la degenza più efficace. Nell’urgenza ho trovato appoggio e sostegno, controllato e monitorato poi ogni secondo per uscire fuori nel modo migliore. Encomiabile l’assistenza ricevuta anche dalla mia Asl, la Rm4, dal celere ricovero dal San Paolo al Gemelli alla presenza costante del direttore Quintavalle e del dottor Carbone, vicini sia nel periodo acuto che nella convalescenza. E grazie ai tantissimi amici, da quello fraterno, Pietro Tidei, fino al vescovo Marrucci”. Ora ci sarà bisogno di riposo e di impegno, per riprendere forza e andare avanti. Con il sorriso che a Dimito non manca.