CIVITAVECCHIA - È arrivato a Civitavecchia da sottotenente, gli hanno affidato il comando del nucleo operativo e radiomobile della compagnia Carabinieri e ha dato subito prova di essere uno che il passaggio da sottufficiale ad ufficiale se lo è meritato tutto. Roberto Lacatena i ruoli dell’Arma li conosce praticamente tutti: si è arruolato da Carabinieri, ha portato i gradi da brigadiere, quelli da maresciallo e in fine ha coronato il suo sogno di diventare ufficiale. Caparbio, legatissimo alla sua divisa, ma lontano anni luce dal conformismo e dalla ricerca dell’arresto a tutti i costi. Sarà stata l’esperienza maturata nei panni di comandante di stazione a Riomaggiore (Cinque Terre), o forse il peso di quegli alamari che improvvisamente sono cresciuti andando a guarnire il colletto della giacca nera dell’uniforme da ufficiale, sta di fatto che il tenente Roberto Lacatena in quattro anni di servizio a Civitavecchia ha sempre anteposto il buonsenso umano all’imperiosità della regola. Lo ha fatto ogni volta che si è rapportato con persone disperate, lo ha fatto anche quando si è trattato di ammanettare pericolosi pregiudicati. È arrivato in città il 2 settembre 2015 e il 2 settembre 2019 è partito alla volta di Roma. Quattro anni esatti di lavoro che hanno portato a risultati rilevanti. Sotto la sua guida, infatti, il nucleo operativo e radiomobile dei Carabinieri ha effettuato oltre 150 arresti e circa 400 denunce. Appena giunto a Civitavecchia si è trovato subito a dover fronteggiare un caso molto delicato come quello del giovane omosessuale aggredito in strada. Ha saputo chiudere la partita in poche ore con esemplare discrezione, per poi passare  ad occuparsi di complicati fatti di droga e di estorsioni. In prima linea nell’indagine relativa agli incendi nelle scuole, per non parlare dell’omicidio Valentini a Ladispoli, l’uomo trovato bruciato in un’auto in sosta. Il tenente Lacatena lascia Civitavecchia dopo aver dato all’Arma e al territorio tutto quello che poteva dare, al suo posto il parigrado Antonio Masciarelli, proveniente da San Benedetto del Tronto. Da oggi per lui inizia una nuova storia, nella quale saprà sicuramente imprimere quel modo singolare di indagare e chiudere il cerchio che da sempre lo caratterizza. A lui va un grande “in bocca al lupo”.