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Sorveglianza speciale per i fratelli di origine albanese, Spartak Patozi e Shkelzen Patozi, in passato residenti a Viterbo e attualmente ristretti presso due case di reclusione del Nord Italia
I due erano stati condannati perché coinvolti nell’operazione “Erostrato”, portata a termine dai carabinieri di Viterbo, che consentì di scardinare tempo addietro un’organizzazione criminale operante con metodi mafiosi in questo capoluogo. In particolare i due avevano coadiuvato i vertici dell’organizzazione criminale compiendo azioni intimidatorie e violente, compiute anche con l’utilizzo delle armi, per costringere i gestori di attività commerciali concorrenziali a cessare l’attività o a venire a patti con l’associazione criminosa.
In diversi casi si erano addirittura messi a disposizione per portare a termine spedizioni punitive a scopo intimidatorio.
I provvedimenti sono stati notificati dal personale della polizia penitenziaria in servizio presso le case di reclusione ove i due albanesi sono tuttora ristretti.
Entrambe le misure di prevenzione della sorveglianza speciale, emesse a seguito di una scrupolosa istruttoria effettuata dal personale della divisione anticrimine su richiesta del questore di Viterbo. Avranno decorrenza dal momento della scarcerazione dei due fratelli, obbligandoli per due anni a non rincasare dopo le 21, a non uscire dall’abitazione prima delle 7, a non partecipare a riunioni pubbliche senza il permesso dell’autorità giudiziaria e a non frequentare pregiudicati e persone sottoposte a misure di prevenzione e sicurezza.
L’inosservanza delle prescrizioni e degli obblighi della sorveglianza speciale è punita con l’arresto da tre mesi a un anno.
Le stesse misure erano state notificate nei giorni scorsi a Ismail e David Rebeshi, boss e fratello del sodalizio smantellato dai carabinieri.