TARQUINIA – «Le compensazioni Enel per la centrale a carbone, erano soldi sporchi di sangue. Per anni pseudoambientalisti di comodo hanno lanciato questa accusa sulla scelta fatta dalla amministrazione comunale di Tarquinia, dai consiglieri di maggioranza e non solo, compresi gli assessori. Mi aspettavo che una volta arrivate in consiglio comunale le istanze di quel movimento che si era opposto, con eccessivo vigore e atteggiamenti sbagliati e violenti, fossero portate avanti dando un segnale di coerenza e uno schiaffo morale alla politica. Ma invece di rinunciare ai soldi sporchi che il Comune continua a percepire da Enel grazie alle compensazioni, hanno lavato via il sangue e quei soldi che non dovevamo accettare, oggi si possono spendere senza rimorsi di coscienza, come se niente fosse, purtroppo non per ambiente e salute». L’ex sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola torna all’attacco del consigliere Ernesto Cesarini tra i più attivi componenti del noto movimento no coke che guidarono le battaglie contro il carbone.

«Quello che invece non mi aspettavo – sottolinea Mazzola - era di essere riabilitato proprio da uno dei leader del movimento no coke Ernesto Cesarini, oggi consigliere comunale dei Cinque stelle, sostenendo oggi il contrario di quanto diceva al tempo, ovvero che di soldi ne ho presi troppo pochi. Sarà l’età che avanza con barba e capelli bianchi, il ruolo istituzionale o l’appartenenza politica, ma per Ernesto Cesarini versione 2025, non solo si possono spendere soldi Enel derivanti da compensazioni, ma addirittura dovevano essere venti volte di più, della serie scordiamoci il passato».

«Altro che sporchi di sangue secondo il pensiero del professor Cesarini – tuona l’ex sindaco Mazzola - io dovevo essere come il Conte Dracula e portare Tarquinia in Transilvania, per succhiare più sangue possibile, quello sui soldi, così magari ora il buon Ernesto e i suoi discepoli a Cinque stelle ne potevano spendere ancora di più. Di questo mi dispiaccio, non sapevo fossero assetati di sangue sino a questo punto. Pazienza, non si finisce mai di imparare, ma ormai la maschera è caduta, e gli ambientalisti a Tarquinia si trasformano quando diventano amministratori e perdono dignità politica. Peggio delle parole di Cesarini c’è solo il silenzio di chi oggi, come allora, amministra questo Comune, accettando quella che è una provocazione da parte dei Cinque stelle».

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