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Quarantasei fa veniva barbaramente ucciso dalla Brigate Rosse il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, grande uomo delle istituzioni che ha pagato con la vita la sua fedeltà allo Stato. In occasione dell’anniversario della sua morte, questa mattina il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, ha partecipato alla cerimonia di commemorazione che si è svolta presso il cimitero di Torrita Tiberina dove Moro è sepolto.
Presenti alla cerimonia anche il consigliere del presidente della Repubblica Francesco Saverio Garofani, il vicesindaco della città metropolitana di Roma Pierluigi Sanna, la sindaca di Torrita Tiberina Rita Colafigli, altri sindaci dei comuni della Provincia di Roma e gli studenti delle scuole medie di Torrita Tiberina.
Dopo la deposizione di una corona di fiori davanti la tomba di Moro da parte di un corazziere in alta uniforma, si è tenuto un momento di raccoglimento - istituzioni e studenti insieme - per rendere omaggio al grande uomo, politico e professore universitario.
«La militanza politica e il sacrificio del Presidente Moro rappresentano ancora oggi, a distanza di quasi mezzo secolo da quel terribile 9 maggio 1978, un vivido esempio di cosa significa battersi per la difesa delle istituzioni e della democrazia – ha commentato il presidente Alessandro Romoli - Nessuno potrà mai dimenticare l’amore di Moro per l’Italia, la sua vicinanza ai giovani, il suo sogno per un Paese socialmente compatto e la sua tendenza a tendere la mano all’altro piuttosto che a confliggere. E se l’Italia è riuscita a sconfiggere il terrorismo interno è grazie a persone come Moro e gli agenti della sua scorta che hanno versato il sangue per tutti noi».
Al termine della cerimonia, il presidente della Provincia di Viterbo si è intrattenuto con gli studenti delle scuole medie di Torrita Tiberina per discutere insieme a loro del sacrificio e dell’esempio di Aldo Moro.