Rito abbreviato per due medici del Bambin Gesù per i quali il pm ha richiesto il giudizio per omicidio colposo, e una richiesta, avanzata dai genitori della vittima, di imputazione coatta nei confronti del luminare primario del reparto. Sono queste le principali novità, emerse domenica nel corso della trasmissione Report, sulla morte di Lisa Federico, la 17enne figlia di Margherita Eichberg, la Soprintendente della Tuscia, e Maurizio Federico, deceduta in seguito a un trapianto di midollo.
A distanza di quattro anni dal decesso della giovane non si è ancora chiusa la vicenda giudiziaria e con essa la battaglia dei genitori «per avere verità» e per «impedire che casi come quello accaduto a loro possano ripetersi ancora».
Nonostante il Bambin Gesù sia un’eccellenza a livello mondiale come centro pediatrico (la rivista Newsweek lo mette al sesto posto della classifica), qualcosa con Lisa Federico è andata storta.
A ripercorrere la vicenda è stata la trasmissione di Rai 3 che ha raccolto la lunga e toccante testimonianza dei genitori.
Lisa e suo fratello furono adottati quando lei aveva 5 anni da Margherita Eichberg e suo marito dopo una battaglia durata 10 anni.
A giugno 2020, all’età di 17 anni, cade dal monopattino e si procura un livido importante per cui viene sottoposta agli esami del sangue che rivelano valori bassi di piastrine, globuli rossi e globuli bianchi.


Viene ricoverata una prima volta al Bambin Gesù. Un ricovero durato 52 giorni in cui viene sottoposta a una terapia antibiotica. Alla giovane viene diagnosticata una citopenia refrattaria dell’infanzia, una malattia del sangue «che nel suo caso non comportava particolari fattori diagnostici avversi ma bassi livelli di piastrine -spiega il padre a Report - Questa diagnosi ha portato i medici a proporci subito il trapianto di midollo osseo». Un trapianto che a detta di Maurizio Federico «non era assolutamente necessario come intervento di prima linea», Lisa «poteva essere trattata con i farmaci, non aveva la leucemia e nessun criterio d’urgenza». Sta di fatto che la giovane torna a casa e riprende la vita di sempre. Il 7 ottobre viene ricoverata per la seconda volta per il trapianto.
Era stato trovato, infatti, un donatore in Germania. Ma il midollo si rivela povero di cellule staminali e con gruppo sanguigno diverso dal suo.
«Quindi -ricorda ancora il padre - è arrivata una sacca di circa un litro di cui più di un terzo erano globuli rossi incompatibili».
Prima del trapianto la giovane viene sottoposta a una procedura chiamata plasmaferesi per “pulire” il sangue e “abbattere” gli anticorpi che avrebbero scatenato una reazione avversa al gruppo sanguigno della donatrice, ma la quantità resta alta.
«I medici hanno deciso di fare la donazione con tutti i globuli rossi - aggiunge ancora il padre - e dopo 2,3 minuti dall’infusione Elisa comincia a urlare e piangere, è anche svenuta. Poi sono state 12 ore di urla, è stato un supplizio».
«Se non mi sentissi colpevole di essere rimasta ferma di fronte a una tortura inflitta a nostra figlia - dice Margherita Eichberg a Report - probabilmente non saremmo qui a parlare. Ma io le grida di questa ragazza, che abbiamo desiderato per 10 anni, me le sento tutti i giorni».
Dopo il trapianto Lisa sviluppa una polmonite resistente agli antibiotici e il 3 novembre del 2020 muore dopo due arresti cardiocircolatori.
I genitori impiegano un anno prima di presentare la denuncia per mille difficoltà e la procura di Roma apre un fascicolo alla fine del 2021.


Una prima perizia censura il primo ricovero di 51 giorni ritenuto troppo lungo e probabilmente dannoso, contesta tutta la gestione infettivologica e considera anche una grave imprudenza l’aver infuso un midollo povero di cellule staminali e pieno di globuli rossi incompatibili. Il giudice dispone una seconda perizia che viene affidata a un medico per il quale la famiglia Federico chiede la ricusazione visto che è membro dello stesso gruppo scientifico in cui si trovano tre medici del Bambin Gesù, ma la richiesta viene rigettata. Nel frattempo la famiglia di Lisa si oppone alle diverse richieste di archiviazione presentate dal pm nei confronti del primario del reparto Franco Locatelli e a giugno scorso il giudice per le indagini preliminari dispone nuovi accertamenti sulla sua posizione.
«Sull’archiviazione per rispetto di nostra figlia ci siamo opposti e ci opporremo finchè ce ne sarà modo» dic ancora la Eichberg.
Nel 2022 il pm chiede il rinvio a giudizio per omicidio colposo solo per i due medici che hanno seguito il trapianto.
Il 13 febbraio scorso i genitori chiedono l’imputazione coatta di Locatelli.