CIVITAVECCHIA - Vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma che hanno eseguito un'ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone misure cautelari nei confronti di 65 persone. Alcune di queste sono gravemente indiziate di far parte di un'associazione per delinquere di stampo mafioso. Secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero costituito una locale di 'ndrangheta, che si ipotizza avesse assunto il controllo del territorio nel litorale a sud di Roma, infiltrandosi nelle pubbliche amministrazioni e gestendo operazioni di narcotraffico internazionale.

’NDRANGHETA: ORDINANZA ROMA, ’DA CLAN SOSTEGNO ELETTORALE IN ELEZIONI ANZIO. Intercettazione: ‘ieri sera abbiamo vinto le elezioni’ - «Per quanto riguarda il sostegno elettorale offerto dal sodalizio criminale, esso si è concentrato nella località denominata Falasche, corrispondenti alle sezioni 15-16-17 del comune di Anzio. In una intercettazione del 25 maggio 2018 si sente uno degli interlocutori dire ’sto vedendo di rimediare qualche votò affermando esplicitamente di trovarsi alle Falasche per fare proseliti». Lo scrive il gip di Roma Livio Sabatini nell’ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto 65 arresti nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e coordinata dalla Dda di Roma, con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò, contro clan di ’ndrangheta nei comuni del litorale romano. «Candido De Angelis (non indagato. Ndr.), imprenditore ittico, è stato eletto sindaco del comune di Anzio il 10 giugno 2018 (al primo turno riportando 13.127 voti pari al 55,28% sostenuto dalla coalizione composta dalla Lega, Lista Civica, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Unione Centro, Il popolo della Famiglia) avendo già ricoperto tale incarico per due mandati dal 1998 al 2008: in altre parole, negli ultimi 23 anni De Angelis ha guidato il comune di Anzio per 13 anni ed è tuttora in carica. Occorre premettere che» un collaboratore «ha dichiarato che Candido De Angelis era stato eletto sindaco nella tornata elettorale del 2003 con il sostegno della famiglia Gallace» si legge nell’ordinanza - In due conversazioni captate il 9 aprile 2018, l’interlocutore parla con la fidanzata: ’Devi parlare con un amico di tuo padre..ah, con il sindaco giusto«; »Candido il futuro sindaco si chiama Candido De Angelis«’. Il giorno dopo la vittoria elettorale per la carica di sindaco di Anzio vengono captate »tre conversazioni di eccezionale valore probatorio rivelatrici del sostegno offerto dalle famiglie calabresi in favore di De Angelis« sottolinea il gip. »Ha sbancato proprio su tutti«; »Io so qui alle Falasche ancora. Da ieri che sto qua, stiamo spogliando l’ultimo seggio…«; »Candido è il sindaco, ha vinto e basta!«. In un’altra intercettazione si sente un commento sull’esito delle elezioni comunali di Anzio: »Ieri sera abbiamo vinto le elezioni…sì si, ha vinto Candido, al primo turno…e io sto con lui, pure al mandato scorso, dopo fatti vedere, stavolta non c’è trippa per gatti…«. (Adnkronos)

SINDACO ANZIO, ’ESERCITATO LIBERAMENTE MANDATO ELETTORALE, FIDUCIA IN PM’ - «L’Amministrazione Comunale della Città di Anzio, a seguito delle attività svolte questa mattina dalle Autorità Competenti sul litorale romano, è serena rispetto alla correttezza del proprio operato, ha collaborato ampiamente per la riuscita delle operazioni svolte, in un clima di massima disponibilità, da parte del sottoscritto, del Segretario Generale e di tutti gli Uffici dell’Ente. Confidiamo nel lavoro della Magistratura, nell’assoluta consapevolezza di aver sempre esercitato liberamente il mandato elettorale conferito dai cittadini». Lo ha affermato il Sindaco di Anzio, Candido De Angelis, in riferimento alle attività svolte dal Comando Provinciale di Roma dei Carabinieri.

ORDINANZA ROMA, ’PENETRAZIONE IN APPALTI LITORALE ANCHE CON INTIMIDAZIONI MAFIOSE'. Indagato minaccia ‘è primo intervento che fai? Ora basta’ - «La penetrazione del locale di ’ndrangheta negli enti locali si è ulteriormente concretizzata con l’aggiudicazione degli appalti comunali, sfruttando i rapporti con i compiacenti esponenti degli organi comunali e ricorrendo, ove necessario, all’intimidazione con modalità mafiose». Lo scrive il gip di Roma Livio Sabatini nell’ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto 65 arresti nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e coordinata dalla Dda di Roma, con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò, contro clan di ’ndrangheta nei comuni del litorale romano. «Le intercettazioni dimostrano che i componenti della locale di ’ndrangheta si sono anche avvalsi della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza al vincolo associativo per l’ottenimento degli appalti» si legge. In una conversazione intercettata, uno degli indagati ricordava di aver minacciato un uomo aggiudicatario di un appalto di lavori per la manutenzione delle scuole: «in questa occasione - scrive il gip - aveva prima minacciato l’aggiudicatario di non ingerirsi ulteriormente negli appalti del Comune di Anzio (»e com’è che stai a fare le scuole ad Anzio? È il primo intervento che fai? Ecco, dico, basta! Non li fai più perché ad Anzio ci stanno otto autospurghi… Devi venire te da Aprilia dico a fare il malandrino ad Anzio«, mi ha detto »perché ad Anzio che c’è la mafia?«, »no ad Anzio non c’è la mafia ad Anzio, c’è la gente che va a lavorare dico, e su un comune come Anzio non devo lavorare io, devono lavorare gli autospurghi di Anzio«) e di essersi quindi recato direttamente in comune per intimare a una consigliera e al marito di non compiere ulteriormente simili atti di aggiudicazione» scrive il gip.

ORDINANZA ROMA, ’RISTORATORE ANZIO E DIABOLIK CHIESERO AIUTO A CLAN’ - La «riconosciuta autorità criminale del sodalizio» emerge anche dal fatto che «un ristoratore di Anzio» vittima di un’estorsione, e il suo socio occulto Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik (ucciso il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti, ndr.), si erano rivolti« al gruppo »per cercare aiuto e sostegno«. Lo scrive il gip di Roma Livio Sabatini nell’ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto 65 arresti nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e coordinata dalla Dda di Roma, con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò, contro clan di ’ndrangheta nei comuni del litorale romano. Il ristoratore »già conosceva Bruno Gallace ed era sì legato al punto da organizzare la festa di compleanno della figlia di quest’ultimo all’interno del suo locale in modo gratuito in segno di riverenza (20 giugno 2019 ’omaggio nostro') - si legge - La vicenda testé esaminata risalta l’autorità criminale del locale di ’ndrangheta sul territorio: invero, l’estrema particolarità dell’estorsione con il coinvolgimento di terze persone che avevano agito nonostante fossero a conoscenza della cointeressenza di Fabrizio Piscitelli e la richiesta di intervento formulata dallo stesso Piscitelli recatosi al cospetto di Bruno Gallace nonché la richiesta di aiuto rivolta« dal ristoratore socio occulto di Diabolik »a Gregorio Spanò evidenziano la notorietà del locale di ’ndrangheta ed il riconosciuto potere di controllo esercitato« sul litorale romano. Una degli arrestati, Francesca Romagnoli, convivente di Bruno Gallace »esternava il suo disappunto per la condotta del ristoratore e di Piscitelli («con questi vai a fà le cose ma poi porti la gente a fà le prepotenze ad Anzio?»). Un altro arrestato, finito in carcere «giudicava avventato il comportamento di Piscitelli il quale, gravato dalla misura di sorveglianza personale si era recato ad Anzio creato una situazione pericolosa (’tu c’hai la sorveglianza, vai in un posto e vai a fà casino?’)».

PREFETTURA ROMA VALUTA COMMISSIONE ISPETTIVA SU ANZIO E NETTUNO - Il prefetto di Roma Matteo Piantedosi sta studiando il caso dei Comuni di Anzio e Nettuno, dopo il blitz condotto dai carabinieri sul litorale romano. In particolare, Piantedosi sta valutando, sulla base delle carte dell’inchiesta coordinata dalla dda e alla luce anche di una serie di elementi emersi nel corso del monitoraggio svolto dalla prefettura sul litorale, se ci siano i presupposti per nominare una commissione ispettiva. Si tratta dello step precedente allo scioglimento e al commissariamento. In sostanza il prefetto dovrebbe nominare una commissione di accesso ai Comuni, che si insedierebbe per svolgere un’analisi degli atti amministrativi, e in particolare degli appalti, per verificare se ci siano infiltrazioni. Sulla base dei risultati di queste analisi di norma si decide l’eventuale scioglimento. Il contesto del litorale pontino è al centro dell’attenzione della prefettura già da tanto tempo nell’ambito dell’attività di prevenzione che svolge l’autorità di pubblica sicurezza: a ottobre del 2020 la questione dell’ipotesi di infiltrazioni criminali sul litorale pontino venne affrontata proprio nel corso di un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si svolse a Pomezia a cui, oltre a Piantedosi prese parte anche il procuratore Michele Prestipino. Il Comune di Nettuno era stato già commissariato nel 2005.

ZINGARETTI, 'STRAORDINARIA OPERAZIONE CARABINIERI E DDA, RADICAMENTO IMPRESSIONANTE' - «Voglio esprimere il mio ringraziamento al Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma e alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma per la splendida operazione che questa mattina ha portato all’arresto di 65 persone legate alla ’ndrangheta. Grazie a questa maxi-operazione è stato inferto un duro colpo alla criminalità organizzata, liberando il territorio di
Anzio e Nettuno da un clan che da anni era infiltrato nei più svariati settori, dalla gestione e lo smaltimento rifiuti fino al narcotraffico internazionale». Lo dichiara in una nota il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. «Sono convinto - aggiunge - che l’azione delle Forze dell’ordine, per quanto indispensabile e necessaria, da sola non sia sufficiente a sradicare dalla nostra regione le consorterie criminali. Per questo la Regione Lazio è da sempre impegnata per la legalità a la difesa dei cittadini e per accompagnare il lavoro dei magistrati contro le mafie».

ANZIO, DURIGON (LEGA) ’ACCELERARE OGNI OPERAZIONE UTILE A FARE CHIAREZZA' - «Per tutelare la Città di Anzio, l’amministrazione e i suoi cittadini, la Lega auspica e sostiene ogni iniziativa finalizzata a chiarire la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il territorio. Abbiamo piena fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine per il lavoro che stanno portando avanti, convinti come siamo che solo grazie alla loro attività si potranno sconfiggere le infiltrazioni mafiose ad Anzio e tutelare le attività produttive ed economiche della città. Confidiamo inoltre che questa vicenda non comprometterà l’impegno finora dimostrato dal Sindaco Candido De Angelis nel segno della buona amministrazione». Così, in una nota, Claudio Durigon, deputato e coordinatore regionale della Lega nel Lazio.