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LADISPOLI - «Ladispoli centro ore 20 zero acqua». La storia si ripete. Rubinetti a secco, in pieno week end, nella città balneare.
Da piazza Domitilla, ai quartieri più periferici come il Cerreto e il Miami, passando dalle zone più centrali, la situazione è sempre la stessa. Pressione bassa, caldaie che non si accendono, e nei casi più estremi l'acqua che non arriva affatto fino alle prime luci dell'alba.
«Siamo ritornati a 50 anni fa - scrive la signora Lucia - Che progresso. Ladispoli era la spiaggia della salute. Ei fu». «Sono giorni che sento vi lamentate e con ragione. Insomma fate qualcosa. Anche il sindaco deve intervenire», rilancia la signora Gabriella. Disagi, quelli vissuti dalla popolazione, aumentati dopo il passaggio del servizio idrico da Flavia Servizi (la municipalizzata del Comune) ad Acea Ato2.
E che ovviamente genera il malcontento a causa anche dell'aumento esponenziale delle bollette.
Un vero e proprio salasso, più volte denunciato, a fronte di un servizio che "fa acqua da tuttte le parti", a cominciare dalle perdite in strada che attendono la riparazione anche per intere settimane, se non addirittura mesi. Per non parlare poi della situazione irrisolta ai Monteroni dove l’acqua continua a non essere potabile ma con i residenti che si ritrovano a dover pagare “a pieno” le bollette. Nelle scorse settimane il primo cittadino, Alessandro Grando, aveva annunciato l'invio di una lettera alla Spa per chiedere l'aumento del flusso idrico e interventi rapidi sulle condotte. Ma a quanto pare, ad oggi, delle richieste fatte da palazzo Falcone, non c'è traccia.
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