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Tarquinia e Montalto di Castro in prima linea contro il deposito dei rifiuti radioattivi nel territorio della Tuscia. «Il Comune di Tarquinia- spiega il sindaco Francesco Sposetti - parteciperà alla manifestazione organizzata da associazioni, cittadini, comitati civici e realtà locali per ribadire la ferma opposizione alla possibile realizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi nella Tuscia. L'iniziativa si svolgerà dalle 10 nel Parco naturalistico e archeologico di Vulci, un luogo che rappresenta l'incontro perfetto tra storia, arte e natura, simbolo delle bellezze culturali e paesaggistiche della nostra provincia. E’ importante esserci per difendere la salute dei cittadini, la vocazione agricola, turistica e culturale del nostro territorio. Il corteo partirà dal parcheggio di Vulci terminando nella vallata sotto il casaletto Mengarelli dove si svolgeranno gli interventi delle autorità e dei rappresentanti comitati. Manifestiamo la nostra contrarietà ad una decisione che ci viene imposta. E ribadiamo con forza che la Tuscia non può essere sacrificata mettendo in pericolo il futuro delle nostre comunità».
Una grande manifestazione pubblica contro la minaccia del Deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Un appuntamento fondamentale per la difesa della terra, pensato per essere aperto e accessibile a tutti, senza esclusioni. «È stato predisposto - spiega Italia nostra sezione Etruria - un itinerario completamente accessibile per chi ha difficoltà motorie, a partire dal Centro servizi – Ingresso al parco, punto di ritrovo e partenza. Inoltre, sarà disponibile una navetta attrezzata con piattaforma per persone con disabilità, così da garantire la massima partecipazione possibile. La manifestazione si snoderà all’interno di uno dei luoghi più straordinari del nostro Paese: un paesaggio che intreccia archeologia, natura e tradizione. Vulci è l’antica metropoli etrusco-romana, dove ancora oggi si possono ammirare templi, domus, necropoli monumentali e i preziosi reperti custoditi nel Museo archeologico. Ma Vulci è anche una natura viva e potente, fatta di canyon scavati dal fiume Fiora nella roccia vulcanica, di pianure aperte dove pascolano cavalli bradi e vacche maremmane, di boschi e sponde fluviali popolate da cinghiali, lepri, istrici e, in primavera, dai voli colorati dei gruccioni. A fare da cornice al corteo sarà il suggestivo castello della Badia, che veglia sul parco e sul ponte etrusco da secoli. E a chiudere simbolicamente la manifestazione saranno i cavalli e i cavalieri della Maremma, che entreranno nel parco con la loro fierezza e il loro legame secolare con questa terra. Non sarà solo un giorno di protesta, ma un grande momento di unione popolare, immerso nella bellezza di un territorio che parla da sé. La Tuscia si muove. Insieme. Per difendere la propria terra».
Vulci 6 aprile così come Corchiano l’11 maggio: è e sarà un passaggio fondamentale della resistenza del territorio all’ipotesi di portare nella Tuscia il deposito nazionale di scorie nucleari. «Arriviamo a questa mobilitazione di Vulci dopo settimane e settimane di iniziative e confronti in decine e decine di comuni, con associazioni di categoria e in primo luogo con quel mondo agricolo che è grande parte della nostra struttura produttiva e sociale - spiegano dalla Fondazione Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre Ets - Ci conforta arrivare a questa importante mobilitazione con la certezza di un forte consenso popolare e con una rete organizzata di comitati contro le scorie e di Biodistretti che rappresentano un grande patrimonio sociale ed organizzativo che sarà preziosissimo nella resistenza della Tuscia alla discarica nucleare. Ed è di grande rilievo il fatto che la Tuscia arrivi a questi appuntamenti, forte della sua unità. Una unità alla quale partecipano tutte le istituzioni democratiche, tutti i Comuni, la Provincia e la Regione, associazioni e organizzazioni sociali. L’unità di oggi è un bene prezioso contro chi intende portare nella Tuscia una discarica nucleare, ma sarà un grande valore aggiunto per la nostra provincia nell’affrontare le grandi sfide del futuro. La manifestazione del 6 aprile è già un grande successo, perché, come il 25 febbraio del 2024, essa testimonia l’errore grande di quanti pensavano che sarebbe stata una tranquilla passeggiata portare la discarica nucleare nella Tuscia. Perché arriviamo a questo appuntamento di Vulci con una ancor più chiara conoscenza di tutte le ragioni scientifiche, tecniche e sociali che sostengono la nostra ferma opposizione alla discarica di scorie radioattive e al progetto della Sogin. Un progetto sbagliato tanto nella sua impostazione generale con la scelta di un deposito unico nazionale per le scorie nucleari, quanto nei criteri che hanno orientato la selezione dei 51 siti per la discarica nucleare».
«Basta deturpare la Tuscia - dice Stefano Sebastiani, segretario di Orizzonte - Un detto dei nativi americani dice “ricordati che la terra non l’hai ereditata dai tuoi padri, ma l’hai in prestito dai tuoi figli”. Mentre all’estero se si hanno aree verdi si tutelano e difendono, in Italia l’ambiente è un mezzo di speculazione di guadagno. È questo il caso della Tuscia e in particolar modo del comune di Montalto di Castro. Già in passato fu indicato come sede per la centrale nucleare, poi per l’autostrada tirrenica, opera privata invece di adeguare la già esistente Aurelia. Per fortuna poi si è fermata a Tarquinia. Ora l’ultimo pericolo che agita l’animo delle persone che abitano queste terre è la scelta di realizzare un deposito di scorie nucleari di varia entità. Dei circa 50 siti indicati dalla Sogin, ben 21 si trovano nella Tuscia e molti di questi nel comune castrense. Come Orizzonte siamo stati i primi a denunciare questo pericolo, prima ancora che i cittadini si organizzassero in comitati, e siamo ancora qui per dire “No” a gran voce a questo scempio. Il nostro territorio è composto per la maggior parte da natura incontaminata che è ciò che lo rende magico e bello, in più da sempre ha una vocazione agricola e turistica che andrebbe ampliata e valorizzata al massimo e non svenduta e deturpata. Inoltre, ci sono dei parametri che rendono impraticabile la creazione di questo deposito nella Tuscia. Il primo è di natura idrogeologico, infatti la profondità media in cui si trovano le vene di acqua potabile usate per le irrigazioni e per uso civile è di circa 40 metri. Troppo pochi e, in caso di incidente con riversamento del materiale radioattivo, in un tempo brevissimo, forse una settimana, le fonti idriche sarebbero contaminate e di conseguenza anche il mare. Il secondo è di natura sismico, infatti la Tuscia è fortemente sismica, basta ricordare il terremoto che nel 1971 colpì Tuscania con una intensità tra l’8° e il 9° grado della scala Mercalli e una magnitudo di 5,5. Oggi saremo a Vulci con tanti cittadini, gruppi e comitati, per opporci con tutte le nostre forze a questa scelta scellerata. Orizzonte si oppone in maniera decisa a questa scelta della Tuscia per i depositi e si aggiunge al dissenso del Comitato No Scorie Nucleari nella Tuscia e chiede a gran voce alle forze di opposizione e di maggioranza di tutti i Comuni compreso Montalto di Castro e tutti i cittadini di queste terre di unirci a gran voce al Parco Archeologico di Vulci a partire dalle ore 10,00 per manifestare in maniera pacifica ma decisa per la nostra salute e per chi verrà dopo. La Tuscia ha già dato troppo».
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