CERVETERI - L’avvocato Celestino Gnazi, legale della famiglia Vannini, non nasconde la sua soddisfazione. Auspicava infatti che con l’udienza di ieri, la Corte potesse entrare nel vivo di quanto era accaduto quella sera in casa Ciontoli e tanto è avvenuto.



Dice Gnazi: «Sono stati riferiti alla Corte i fatti nel loro complessivo evolversi sino al drammatico esito finale e descritte le modalità di soccorso. La deposizione del Maggiore dei Carabinieri Lorenzo Ceccarelli, già comandante della Compagnia di Civitavecchia che ha coordinato le indagini fino ad agosto del 2015, ha informato la Corte su quanto era successo a 360 gradi con meticolosità anche nel descrivere i particolari. Ciò pur non potendo riferire confidenze raccolte durante le indagini, né degli accertamenti tecnici compiuti dai suoi militari. Nel vivo si entra con la deposizione successiva di Cristian Cutini Calisti, autista e barelliere della autoambulanza del 118. Il Cutini racconta infatti di essersi recato all’indirizzo indicato convinto di trovare una persona in panico ferito da un pettine a punta. Spiega la banalità dell’intervento cui avrebbe dovuto occuparsi. Spiega anche, cosa importantissima che era solo il Ciontoli che parlava e rispondeva alle sollecitazioni di cosa fosse successo ma che erano presenti sempre tutti e cinque, i Ciontoli, padre madre e figlio e figlia e Viola Giorgini la fidanzata di quest’ultimo. Da questa deposizione si è cominciato a capire cosa è effettivamente successo e appaiono evidenti le prime contraddizioni. Al PIT si scopre infatti che la ferita era da arma da fuoco, il tentativo del Ciontoli che di ciò non si venisse a conoscenza, il suo crollo e la sua disperazione per la possibilità di perdere il posto di lavoro».



Il pubblico ministero ha ritenuto marginale la testimonianza del carabiniere Francesco Merola, assente ieri, per problemi non è potuto andare, ed ha rinunciato a sentirlo.



Sono state disposte le perizie per le quattro ore di intercettazioni audio video effettuate al Comando dei Carabinieri di Civitavecchia e le registrazioni delle telefonate al 118. «Ancora non abbiamo deciso - dice Gnazi - chi sarà il nostro consulente».



Il 12 verranno sentiti i genitori di Marco, papà Valerio e mamma Marina, Ilaria Bianchi, l’infermiera dell’ambulanza del 118 che si è recata assieme al Calisti per portare i primi soccorsi a Marco, colei che insisteva per sapere cosa fosse successo e che poi ha deciso di portarlo al PIT, il dottor Matera, medico di guardia quella notte al PIT, interpellato privatamente da Ciontoli, e l’operatore sanitario Magro. Il 16, invece verranno ascoltati i vicini di casa e altri operanti che hanno effettuato le indagini. (Giu. Ol.)