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LADISPOLI - Dopo le mareggiate le spiagge si riempiono di "alghe" ed è subito polemica. «La puzza per vostra fortuna non si sente. Non credo che una spiaggia così sia normale», scrivono sui social pubblicando un video che riprende un tratto della costa invaso dalle "alghe" ormai quasi secche e in decomposizione. Ma di cosa si tratta? Della Posidonia oceanica. Non un'alga dunque. Sono ormai anni che se ne parla, soprattutto nel periodo estivo e in particolar modo dopo grandi mareggiate che la trascinano fin sulla costa. Villeggianti e cittadini, spesso, si ritrovano a chiederne la rimozione. Ma è possibile? Non proprio. A spiegarlo, già negli anni passati era stato il delegato alle Aree protette del comune di Ladispoli, Filippo Moretti. «Ciò che spesso si vede spiaggiato è in massima parte il residuo finale del ciclo vitale della "Posidonia oceanica", una pianta superiore che vive in mare (non un'alga), che svolge diverse funzioni importanti per l'ambiente. Innanzitutto - spiega Moretti - con la sua presenza testimonia il buono stato di salute delmare. In acqua offre riparo e un sito riproduttivo a molti pesci, crostacei e molluschi ed è, in assoluto, tra gli organismi fotosintetici marini quello che produce la maggior quantità di ossigeno che troviamo disciolto in acqua e che, successivamente, si libera nell'atmosfera. Nel suo ciclo vitale e di rinnovamente - prosegue ancora il delegato - la Posidonia rilascia diversi prodotti che ritroviamo in superficie in mare e sulla riva in spiaggia. La decomposizione di questi prodotti genera spesso lunghi cordoni di sostanze organiche che galleggiano in acqua, sui quali può capitare che si fermino rifiuti di altro genere, come ad esempio le plastiche, dando la spiacevole sensazione di un inquinamento di carattere antropico. Sulla spiaggia ritroviamo invece la parte fogliare e quella radicale della piante che il moto ondoso accumula sulla linea di riva creando quei "cuscini di alghe" che alcuni identificano come sporcizia da rimuovere. Nulla di più sbagliato - sottolinea Moretti - perché a causa del moto ondoso, quel residuo spiaggiato, impastandosi con la sabbia, diventa un forte argine contro l'erosione della costa. È pur vero che qualsiasi sostanza in decomposizione genera odori sgradevoli, ma è altrettanto vero che questo fenomeno è un tassello che fa parte del grande mosaico dei cicli biologici naturali che dobbiamo impegnarci a preservare in tutti i modi. Forse ora - conclude Moretti - un po' più consapevoli, potremo essere un po' più tolleranti».
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